24/06/2020

Non so se ve ne siate mai accorti ma ogni tanto nel diario c’è qualche discrasia temporale… la realtà è che per GLORIA butto giù qualche appunto la mattina, poi perfeziono la sera sul tardi e pubblico il giorno dopo: non è che sia particolarmente importante, ma quando il diario è cronaca capita che voi lo leggiate il giorno dopo e mentre scrivo, a volte, me ne dimentico. Mi scuso in ritardo e in anticipo visto che stasera racconterò quel che è successo oggi, martedì, ma voi lo scoprirete leggendolo domani, mercoledì… del resto il gap temporale è iniziato obbligatoriamente con la prima pagina che riassumeva tutte le emozioni dei giorni precedenti alla nascita di GLORIA…

Vi ho già scritto che sono stata dal dentista, niente di serio, la solita igiene che era saltata a suo tempo e la sostituzione di una vecchia otturazione. Durante la prima visita di controllo, il mio dentista, il dottor De Masi, eccellente medico di origine calabrese e dall’aspetto rassicurante di un simpatico tricheco, il cui studio ha il pregio di essere dietro casa mia, mi aveva anticipato che, con il tempo, le otturazione da sostituire sarebbero state due. Detto fatto, a distanza di pochi giorni, masticando una gommosa alla liquirizia – vi ho già scritto che sono una mangiatrice di liquirizia per via della pressione bassa – stamattina vi è rimasto appiccicato un pezzettino di dente. Così stasera sono andata a Padova per sistemare la faccenda del primo premolare in basso a destra che andava restaurato per recuperarne la morfologia originaria.

Di questi tempi  con l’uso abituale delle mascherine si sorride più con gli occhi che con la bocca ma certamente un bel sorriso è insostituibile e lo è se in armonia con il volto. Una bocca con denti grandi, simmetrici, ben allineati e bianchi è spesso un dono di Natura, ma l’ortodonzia può fare molto… ho portato l’apparecchio per anni da piccola, sopra, sotto ed entrambi contemporaneamente, dunque grazie al professor Miotti, amico di famiglia, che allora perfezionò il mio sorriso. Non mi sono mai cresciuti i denti del giudizio, ma risparmiatevi battute e illazioni. I denti del giudizio sono un patrimonio ereditato per far fronte a una dieta letteralmente primitiva. È oramai assodato che i denti del giudizio sono pressoché inutili ai fini della masticazione e dell’estetica del sorriso. Sono i terzi – nonché ultimi – molari che spuntano nelle arcate dentarie e compaiono, se compaiono, normalmente tra i 18 ed i 25 anni e alcuni dentisti sono del parere che vadano comunque rimossi in quanto possibile fonte di disturbi.

Ma quello che avrei voluto fare con quel pezzetto di dente che avevo evitato di ingoiare era metterlo da qualche parte, in un angolino, magari su un biscotto, per vedere se arrivava ancora la formichina dei denti a prenderli lasciando un soldino in cambio. Per qualcuno è stato il topolino,per altri bambini era la fatina dei denti: questo rito immagino serva per aiutare i bambini ad affrontare in modo sereno i cambiamenti legati alla crescita o l’eventuale trauma, di cui io non ho però memoria, del dente da latte che dondola.. e sono 20! Non conosco il destino dei dentini caduti e non ho mai saputo dove vanno a finire, ma il ricordo è uno dei miei più belli e sorprendenti. La tradizione l’ho mantenuta con i miei figli e spero che la formichina possa stupire anche la mia nipotina Isabella. In Italia, così come nel resto del mondo, passano diversi personaggi a prendere i denti da latte tra cui Santa Apollonia che è la patrona dei dentisti, il topolino dei denti che è legato alla favolistica spagnola, mentre la fatina a quella francese; la formichina è tutta italiana e sembra proprio che utilizzi i dentini dei bambini buoni per costruirsi il suo rifugio. Pare io sia stata una bimba molto buona perché la zia Maria faceva in modo che la formichina lasciasse traccia del suo percorso facendomi trovare una lunga, sempre più lunga, strada di monetine.

                                                                              

 

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