25/06/2020

Mai come in questo lungo e drammatico periodo per persone e aziende, ho riconosciuto valore alla tecnologia. Il cellulare è stato davvero il cordone ombelicale con il resto del mondo. Persone, affetti e partner professionali sono stati la mia ragione di vita al ritz.Non hanno però dato un senso alla mia scelta poiché prescindeva da tutto e da tutti, facendo riferimento solo alla mia necessità di fare un omaggio al ritz. Offrire all’albergo dei miei genitori e della mia famiglia, ma soprattutto al ritz di mia madre, il “sacrificio” del mio tempo e quando parlo di sacrificare lo intendo nell’accezione antica di “rendere–sacro”. Come in molte fasi della storia degli uomini, la pandemia ha segnato un confine, un battuta d’arresto che ha diviso il nostro tempo in prima del Covid e dopo il Covid. Gli eventi incidono sulle nostre vite e impongono un cambiamento soprattutto quelli tristi come una guerra o una pandemia che ha mutato la nostra realtà e la percezione che ognuno ne ha. Niente e nessuno è più uguale a prima , passa il tempo, ma l’evidenza diventa solo più forte. Inevitabilmente tutto sembra uguale, ma mutato: ci si confronta, ci si guarda intorno. Ma, dalle colonie di piccioni sul tetto del ritz, alle nespole di cui è carico l’albero nel parco, come le video chiamate della mia nipotina che sollecita la mia presenza dicendomi “more more nonna”, alle modalità di prenotazione dei clienti che vogliono raccontarmi le loro preoccupazioni, finanche le PEC che sollecitano i pagamenti delle fatture rimaste congelate al 9 marzo o le comunicazioni dei fornitori che scalpitano per re-iniziare le collaborazioni e, non ultimo, se penso ai collaboratori che sembrano spaesati ritornando lentissimamente al loro orario di lavoro; io mi sento già stanca perché sono comunque insufficienti gli strumenti che ho a disposizione per mostrare che il cambiamento è un’opportunità. Bisogna più che crederci avere fede e, da buona laica quale sono, il dubbio è il mio compagno.

Ho sempre creduto che la gestione di un cellulare dovesse avere dei limiti e delle regole, ho cercato di non abusarne e di utilizzarlo primariamente come telefono prendendo le distanze dall’invadenza dei social e dall’eccesso di informazioni, per lo più superficiali, di internet. Mi sono mantenuta critica, ma meno male che c’era e anche quando abbiamo dirottato il centralino del ritz sul mio numero, ho pensato che il mio LG con contratto della 3, facesse esattamente il suo mestiere e mi sono difesa solo con i profili audio: suono silenzioso la notte, in vibrazione la mattina e suoneria alta nel pomeriggio. Mi è capitato di discutere a lungo con quanti hanno 2 cellulari: la gestione pratica di due diverse rubriche mi trovava in assoluto disaccordo. Capisco la sostanziale divisione tra telefono personale e lavorativo, ma, personalmente, farei difficoltà a essere pragmaticamente salomonica e a decidere, senza confondermi, la lista delle persone a cui non dare quale dei 2 numeri. Un peso doppio in borsa e la raddoppiata possibilità di dimenticarne uno, a cui si aggiunge la gestione delle suoneria e della ricarica oltre alla sicura probabilità, comunque percentualmente alta, di scrivere nella chat sbagliata o di rispondere al WhatsApp di uno invece che dell’altro. Due orecchie ci sono, ma la bocca è una sola. Surreale, ma divertente l’idea che un cellulare serva solo per rispondere ascoltando e l’altro per parlare chiamando. D‘altro canto, visto che c’è e oramai ha comunemente sostituito il fisso, ritengo inutile l’atteggiamento di quanti sono gelosi del proprio numero di cellulare e molto resistenti nel lasciarlo, anche se, al di là di tutto, esiste il vantaggio di riconoscere o meno le telefonate, bloccarle o chiedere di inviare solo messaggi. Tutto questo però non mi ha evitato di avere da oggi un secondo numero: 329 6333143. Questo è il numero del mio primo-secondo cellulare, che poi è il mio vecchio, destinato esclusivamente alle prenotazioni per le entrate in piscina e per fortuna sarà gestito in primis dai bagnini che, visto l’obbligo del distanziamento, grazie a questo telefonino, riusciranno a contingentare le entrate in piscina. Per la prima volta -e quante prime volte per il ritz oramai!- da sabato 27 giugno, fino alla riapertura di agosto dell’intero albergo, le piscine saranno aperte al pubblico esterno. 25,00 euro il biglietto per l’intera giornata dalle 10 alle 20, con la possibilità di vivere un giorno in relax: “isole” contrassegnate da girandole colorate, acqua termale a 33 gradi, sdraio e amache, grandi alberi per stare freschi o l’ombrellone per ripararsi dal sole, armadietto e cabina sono nel prezzo; corner bar per mangiare qualcosa, bere o scegliere un gelato e, nel parco di 6000 mq, la possibilità di prenotare il “massaggio che respira”: nel gazebo, in mezzo agli alberi del parco, proponiamo un messaggio di mezz’ora con tecniche a impasto, miorilassante e decontratturante a 35,00 euro. Le piscine sono semiolimpioniche e le entrate saranno limitate ad un massimo di 30 persone in completa sicurezza. Un esperimento, una novità, piuttosto un altro reparto che riapre i battenti, nonché una maniera per guardare con occhi curiosi al turismo post Covid.

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