Rapporto #Unioncamere, nel 2012 più imprese femminili

donna imprenditrice

 

Buone notizie dall’ultimo Rapporto Unioncamere: l’anno appena concluso ha visto crescere di oltre 7 mila unità il numero delle aziende a guida femminile.

 

Il mondo delle imprese italiane vive un momento molto duro: a partire dalla crisi dei consumi, si passa all’esigenza sempre più impellente di liquidità. Questa non sempre è soddisfatta in quanto imperversa la difficoltà nell’accedere ai finanziamenti per rilanciare la propria attività. Fortunatamente però è possibile mettere i prestiti presenti sul mercato a confronto e individuarne uno che faccia al caso proprio.

Si diffondono inoltre nel Paese le iniziative atte ad agevolare particolari categorie di cittadini permettendo loro l’accesso al credito semplificato. Come riporta l’ultimo Rapporto Unioncamere, d’altronde, il 2012 è stato anche l’anno in cui sono cresciute le aziende guidate da donne, con oltre 7 mila nuove unità rispetto al 2011.

Sebbene siano ancora pochi i finanziamenti mirati ad agevolare l’ingresso delle donne nel mondo imprenditoriale, il risultato è più che confortante. Le nuove imprese “rosa” hanno infatti ampliato la base complessiva delle imprese dello 0,5%, mentre il totale delle aziende è cresciuto solo dello 0,3%.

Le aziende a conduzione femminile sono ora 1.434.743, e il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, confida che la loro presenza e la loro diversità possano dare un contributo fondamentale alla ripresa economica. “La tenuta delle imprese femminili di fronte a questa crisi dimostra che le donne sanno affrontare con straordinaria energia anche le difficoltà maggiori. Di certo portano con sé una determinazione, un bagaglio di competenze e stili imprenditoriali differenti rispetto agli uomini”."Impresa Femminile"

L’aumento delle imprese “rosa” è abbastanza uniforme su tutto il territorio nazionale, con le punte massime in Lombardia (+1.928 aziende), Lazio (+1.555) e Toscana (+1286). I settori in cui le donne hanno deciso di investire per la fondazione della propria attività, e dove si sono registrati anche i migliori risultati, sono soprattutto quello degli alloggi e della ristorazione (3.640 nuove imprese), delle costruzioni (1.172), dei servizi (1.102), dell’immobiliare (+951).

Non sono mancati i dati negativi, che hanno riguardato soprattutto ambiti già molto colpiti dalla crisi. Nel 2012 hanno chiuso i battenti 5.257 aziende femminili nell’agricoltura, 832 manifatture e 743 attività commerciali. Ma non bisogna demordere: “Credo che l’agenda del nuovo governo dovrà porre una grande attenzione a tutti quegli strumenti, innanzitutto di welfare ma anche di tipo finanziario, che possono sempre di più spingere le donne a fare impresa. Il sistema camerale ha investito da oltre dieci anni in questa direzione e continuerà a farlo, rafforzando i Comitati per l’imprenditoria femminile presenti e attivi sul territorio all’interno delle Camere di commercio”, ha aggiunto Dardanello.

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