08/06/2020

Oggi, una parte piccola, ma strategica, del ritz, riapre: il reparto cure termale-medicale convenzionato. Per fortuna le richieste e le prenotazioni sono numerose, soprattutto per le insufflazioni. Questi clienti che ci aiuteranno a ricominciare, non erano, in passato, i più desiderati. Gli avventizi che venivano, facevano il loro protocollo termale la mattina e poi tornavano a casa o andavano a lavorare, in qualche modo, sembravano ”disturbare” il flusso ordinato dei clienti residenti: i primi vestiti di tutto punto e con il loro borsone, questi ultimi invece con le ciabattine e l’accappatoio logato… Si cambia per non morire, eccome! Cantava la Mannoia, e credo che, i “curandi esterni” che appunto non soggiornano in hotel, li benediremo e seppur contingentati abbiamo predisposto per loro una accoglienza attenta e ospitale. Si parla tanto di target e di prossimità ed eccoci qui lieti e orgogliosi di avere tanti “locali” che ci chiedono di prepararsi in piena salute all’estate dopo le settimane di lockdown e la primavera precoce che ci ha trovati chiusi in casa, usufruendo della prescrizione medica. A questo punto, mi auguro che la vecchia ritrosia dei medici di base nel suggerire le thermae cambi passo. Un anti infiammatorio non guarisce e tanto meno gli antistaminici e, in entrambi i casi, stiamo parlando di medicinali salva vita per l’emergenza, ma con molte controindicazioni, viceversa, la fangoterapia e l’ORL termale non ne hanno e la loro efficacia è provata e riconosciuta: niente dunque di empirico o folkloristico, eppure, ancora molti dottori di famiglia guardano alla cura preventiva e non invasiva con un certo sospetto dovuto anche all’urgenza con cui chiediamo di star subito meglio, l’efficacia immediata è più importante dell’efficacia duratura che però ha bisogno di tempo… in realtà è questa la vera malattia: la FRETTA figlia dell’uomo produttivo e dell’evidenza del risultato.

Quindi ieri è stato l’ultimo giorno in cui  il ritz era tutto mio e, quando dico tutto, intendo casa e hotel insieme. L’ultima vera DOMENICA per me e Gloria.

In queste settimane c’è stato comunque un viavai crescente per quanto affettuoso, ma non mi sono ANCORA abituata, e mi scuserete, a tutte queste persone che si intrufolano nella vita di Gloria. Trovare qui qualcuno era come subire un’invadenza, un’aggressione persino: non c’erano campanelli da suonare, né portoni da bussare ed ero io il portiere dell’Eleganza del riccio… sembrerò antipatica, scortese e sicuramente poco grata, ma non volevo essere distratta dalla situazione che avevo scelto di vivere prima con il cuore e poi con la testa ed è stato davvero difficile prendere le misure, reali e simboliche, in un ritz vuoto che manteneva però la sua dimensione alberghiera, sia simbolica che reale.

Avevo già vissuto 5 anni fa una situazione simile, ma ben più dolorosa, quando, andandomene dalla casa non-mia dove avevo però costruito una famiglia, i cui componenti vivevano oramai autonomamente in ogni senso, andai a vivere da sola. Strano, ma vero a pensarci oggi, ma, via via che si sono ristretti gli SPAZI intorno a me, mi sono sentita sempre più a CASACosì sono passata dall’abitare, fino a 23 anni, in un albergo, poi in una grande azienda agricola che avevo riadattato ad abitazione, quindi in un appartamento di 250 mq che avevo arredato per una lunga vita famigliare e infine eccomi a comprare e ristrutturare una mansarda di 50 mq solo per me, dove tornerò dopo essere stata, per il ritz, come TALOS, il gigantesco e invincibile automa di bronzo, guardiano di Creta. Ogni trasloco mi ha permesso di spogliarmi di qualcosa, in maniera concreta quanto emblematica, e mi sono resa conto che la somma della mia vita è risultata più grande della somma delle mie emozioni. Cos’era quella smania di essere amata dall’intero universo? La mansarda nel Ghetto di Padova è ordinata con superfici e pareti bianche, di dimensioni perfette per GLORIA che ha così tante cose ma che anela a condurre una vita cenobiale.

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