Siete donne al lavoro? Sapete che la Baby sitter la paga l'azienda?

Serigrafia 76 è il nome dell’azienda che ha messo a disposizione per le proprie dipendenti una baby-sitter a domicilio.

A Montecchio, in provincia di ReggioEmilia una ditta con molte impiegate mette a disposizione una babysitter per le loro esigenze: cosa ne pensate? Una buona idea o una banalità? Dateci la vostra opinione.

"Baby sitter per impiegate"Tra tante cattive notizie riguardanti le donne mamme al lavoro, eccone una che non mancherà di destare buone speranze nelle lettrici. Infatti un’azienda di Montecchio, la Serigrafia 76 che produce adesivi per automezzi industriali, ha pensato di andare incontro ai problemi delle proprie lavoratrici offrendo un servizio a domicilio pagato dall’azienda di babysitteraggio. Una baby sitter per mamme lavoratrici. Questa l’idea che ha avuto l’amministratore delegato di questa azienda, Fausto Mazzali.

Molte lavoratrici sono sotto i 35 anni e naturalmente l’azienda ha nel suo organico ben 27 impiegate donne. Queste le parole di Mazzali in merito alla scelta di assumere così tante donne per un piccola industria: “Le donne sono particolarmente portate per questo tipo di lavoro, in genere sono più attente e precise degli uomini. Molte di loro sono sotto i 35 anni, e arrivate dal sud”.

Quando ci sono problemi coi bambini le donne devono restare a casa, così ecco l’idea: l’azienda ha assunto con un contratto a progetto una studentessa universitaria con esperienza di lavoro in ludoteche e centri estivi e l’hanno messa a disposizione di quelle donne che ne avevano bisogno. Il servizio è partito a ottobre e all’inizio non ha avuto molto successo, ma col tempo le impiegate si sono convinte e ora pare che usino questa possibilità con molta frequenza.

Per richiedere l’aiuto della babysitter basta un sms. L’amministratore coordina le richieste e sono tutti più contenti. La ditta ha fatto solo un primo passo. Quello successivo sarà tentare di aprire un asilo vicino al luogo di lavoro. Questa è l’Italia che ci piace, un’Italia a misura di donna.

Cosa ne pensate?

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