Regalare un libro può significare due cose

di Ida Poletto

Jeanette Winterson

Jeanette Winterson

Un libro è un insieme di fogli stampati oppure manoscritti delle stesse dimensioni, rilegati insieme in un certo ordine e racchiusi da una copertina. Il libro, usato per acquisire informazioni o anche per divertimento, è ancora oggi lo strumento principe del sapere …cito Wikipedia e sorrido perché alla fine è la scrittura la condizione per l’esistenza di un libro.

Regalare un libro può significare due cose: la totale assenza di fantasia o, al contrario, la completa confidenza e conoscenza dei gusti dell’altro. Un libro è un regalo importante e non può essere scelto banalmente attraverso il fascino delle copertine o, superficialmente, seguendo il richiamo delle fascette pubblicitarie che li avvolgono. Carta e idee, caratteri tipografici e pensieri, storie ed emozioni: tutto questo è un libro. In vetrina, negli scaffali, ordinati per editori o piuttosto per argomenti, comprare un libro è prima di tutto un’avventura personale e una presa di responsabilità. Si possono, con un libro, sottoporre le proprie idee, i propri sentimenti, i gusti stratificatisi nel tempo e nella conoscenza, al contrario, un libro può rappresentare la propria considerazione e la propria valutazione di chi lo riceverà. Un libro è come un fiore. Esperienze, sogni, ricordi descritti e verbalizzati da un libro sono la miglior ragione per leggerlo, incontrando così se stessi come in uno specchio “sorcière”. Confrontarsi, immaginare o fantasticare con le parole scritte da un altro, il suo lavoro per mettere nero su bianco il personale sentire e il personalissimo pensare, il talento nella scelta delle parole e nel costruire versi o frasi che comporranno un testo, è la natura stessa per la quale si deciderà di affrontare o godere della lettura di un libro. Una raccolta di poesie, un saggio, un romanzo, sono figli dello stesso impulso e della stessa ricerca: comunicare e divulgare, dire o proclamare, svuotare l’anima, il cuore e il cervello nelle pagine che miglia- milioni di mani sfoglieranno. Un libro è concreto: è palpabile, è reale, ha un peso, uno spessore e una sua quota parte di fantasia e creatività, tecnologia e professionalità sono oggi più che mai indispensabili. Usarlo: sottolinearlo, fare le orecchie alle pagine, citarlo o trascriverne pezzi resta la parte più intima del rapporto con un testo.

Tutti hanno scritto d’amore e le storie raccontano le sue infinite declinazioni. Dunque non è importante il “cosa” ma il “come” un’ eterna, complessa e irrisolta tematica sentimentale ci verrà proposta.  Tra le molte, ma poco conosciute, scrittrici femminili: Janette Winterson è tra le mie preferite. Scritto sul corpo, con l’imperdibile commento di Nadia Fusini, edito da Mondadori è, per me, IL romanzo d’Amore. Trascrivo qui solo poche frasi sperando così di invogliarvi a leggere un romanzo bellissimo, scritto benissimo e che mi ha fatto sgorgare lacrime purissime. Pagina 51: voglio che tu venga con me senza passato. Le frasi che hai imparato, dimenticale. Dimentica di aver frequentato altre stanze da letto, altri luoghi. Vieni da me come fosse la prima volta. Non dire mai che mi ami fino al giorno in cui me lo dimostri. Verso la fine, a pagina 181: la felicità è uno specifico. La sofferenza è una generalizzazione.

http://www.jeanettewinterson.com/

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