Sembra incredibile, ma grazie ad un’associazione femminile, oggi per la prima volta le donne potrebbero vedere riconosciuto un loro diritto: quello delle quote rosa.
Le quote rosa hanno creato un grande dibattito nel nostro paese e non solo nel nostro. Anche nella progressissima Svezia infatti si sono dovute introdurre norme che facessero sì che le aziende e le amministrazioni politiche inserissero al loro interno una quota significativa di personale femminile. E questo già nel 2003. Tuttavia è accaduto che il meccanismo delle quote rosa, anziché favorire le donne, in Svezia le abbia penalizzate. Eppure in Svezia il 50% dei dirigenti politici è donna. Eppure in Svezia perfino alcuni vescovi sono donne. E allora, di cosa si lamentano le donne svedesi?
La lamentela riguarda le iscritte all’università. Pare che anche lì vi sia una quota rosa. Il 50%dei posti deve essere assicurato alle donne. Ma che succede se le donne che vogliono iscriversi a Medicina o Psicologia sono più del 50%? Accade che non possono. Solo nello scorso anno il governo Svedese ha stanziato una cifra di 4500 euro di risarcimento a persona per ogni donna che si è vista rifiutare la frequenza a Medicina e psicologia per questioni di quote rosa.
Insomma le quote rosa andrebbero forse ripensate? Difficile dirlo. Intanto in Italia giunge una buona notizia. Un’associazione DonneInQuota si è fatta carico di una vertenza contro la Regione Lombardia accolta dai magistrati in virtù delle nomine di 16 assessori regionali in queste proporzioni: 15 uomini, 1 donna.
E dire che è un articolo dello statuto della regione Lombardia a garantire le quote rosa, precisamente l’articolo 11. La sentenza del TAR Lombardia è prevista a fine Gennaio e come ci si può aspettare la tensione tra gli amministratori pubblici e tutta la politica lombarda è molto alta.
Proprio l’interessamento dell’associazione DonneInQuota ha permesso che la vertenza potesse giungere fino al tribunale del TAR. L’associazione è nata infatti per difendere e attuare l’articolo 51 della nostra Costituzione che difende il diritto delle pari opportunità tra donne e uomini. La medesima associazione si è prodigata, dopo le amministrative 2010, a inviare una nota al presidente della regione Lombardia con la quale ha indicato la mancata “applicazione dell’articolo 11 dello statuto regionale esortando all’abbattimento della disparità di genere”.
Insomma, quella delle quote rosa e del riequilibrio tra donne e uomini nel ruolo dirigenziale e politico è un fattore ancora aperto all’interno della società europea e italiana. Cosa ne pensate dunque delle quote rosa? Dite la vostra sul nostro sito o sulla nostra pagina facebook.
Intanto vi segnaliamo il link dell’associazione DonneInQuota.
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