Appuntamento il 14 febbraio nelle piazze d’Italia e nel mondo
Torna “One billion rising” contro la violenza alle donne. Quest’anno si balla per chiedere giustizia. Il secondo san Valentino ballando contro la violenza alle donne. È il One billion rising che quest’anno ha come tema specifico la giustizia. Le donne – e gli uomini – si ritroveranno in migliaia di piazze nel mondo, e in Italia per ballare contro la violenza di genere, nei confronti di donne e bambine. Il messaggio è semplice: “Una donna su tre nel mondo sarà violentata o abusata nella sua vita. Fa un miliardo di donne. Chiedi giustizia”.
Sono i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità che ricorda che la violenza di genere è la prima causa di morte tra le giovani e le donne adulte. L’anno scorso erano un miliardo le persone – secondo gli organizzatori – che hanno partecipato, danzando sulle note di ’Break the chain’, in 207 paesi. Quest’anno la lista dei paesi è altrettanto lunga, la colonna sonora la stessa. In Italia, gli eventi sono più di 50: flash mob, danze, reading, spettacoli. A Napoli ci si ritrova in piazza del Plebiscito alle 16,30, a Bologna in piazza Maggiore alle 17,30, a Roma gli appuntamenti saranno sei tra cui un flashmob di fronte al Palazzaccio alle 17,30, a Milano un unico appuntamento in piazza del Duomo alle 18. A Torino, invece niente piazza: alle 18 occupazione simbolica di un centro diurno in via Pio VII organizzata da Movimento arte creatività e patrocinata dalla circoscrizione 9. Non solo capoluoghi però, hanno risposto all’appello anche i comuni più piccoli, come Calcata, nel Lazio, che ospita una comunità di artisti e meno di mille abitanti.
La fondatrice del movimento è Eva Ensler attivista e femminista americana diventata famosa per i Monologhi della vagina, pubblicati nel 1996. Con la sua V-day, oltre a creare One billion rising, ha aperto case rifugio in Congo, Haiti, Kenya, Egitto, Iraq, raccogliendo fondi attraverso gli spettacoli sui Monologhi. V sta per Vittoria, Valentino e Vagina. Esler, 60 anni, abusata da piccola dal padre, ammalatasi di cancro all’utero nel 2010, l’anno scorso ha pubblicato la sua biografia “In the body of the world”, non tradotto in italiano. Intervistata dall’Huffington post al lancio del libro ha raccontato la sua storia di violenza e di guarigione: «Il libro è sul modo in cui veniamo forzati a lasciare il proprio corpo da giovani, esiliate, a causa delle più diverse circostanze. Nel mio caso è avvenuto a causa dell’enorme quantità di abusi e violazioni. Ma molte ’lasciano la propria casa’. Per me gran parte della mia vita ha rappresentato il tentativo di tornare nel mio corpo. Ho provato in vari modi: con il sesso promiscuo, con la bulimia e l’anoressia, attraverso il teatro. Ma non è fino a che mi è venuto il tumore che sono improvvisamente diventata il mio corpo. E finalmente, ritornata in me, ho scoperto il mondo».
Se l’anno scorso si raccoglievano video dell’evento del 14 – poi diventato un docufilm presentato al Sundance Festival – quest’anno il sito Onebillionrising.org raccoglie storie e significati della parola giustizia. Si può anche aderire a Thunderclap, una piattaforma in grado di lanciare il messaggio “Rise, release, dance” (alzati, liberati e danza) in contemporanea sui social di milioni di utenti, un ulteriore tentativo di rompere quel silenzio che confina le donne che subiscono violenza nell’isolamento: il 90% infatti non denuncia.
Hashtag ufficiale dell’evento: #1BillionRising
Una lista degli eventi si può trovare qua:
http://obritalia.livejournal.com/27515.html
http://www.onebillionrising.org/events/
Fonte: LaStampa.it