Lampade a energia solare, la riscossa delle donne indiane

lampade ad energia solare

Nel Rajasthan avviato progetto di formazione che consente alle donne di creare lampade a energia solare per i propri villaggi. Presto anche in America Latina.

Se nel nostro Paese il contesto energetico è spesso associato ad un’evoluzione delle fonti primarie o ai rincari sulle bollette, che spingono gli italiani alla continua ricerca della tariffa per l’energia più conveniente, in numerosi villaggi indiani e in molti altri Paesi in via di sviluppo questo tipo di servizio è ancora del tutto assente.

La lotta all’energy divide, in mancanza di adeguati fondi pubblici, passa spesso anche dall’iniziativa del mondo del volontariato e della cooperazione. Il progetto del Barefoot College, nel Rajasthan, si inserisce proprio in questo filone: offrire alle donne la possibilità di diventare “ingegneri”, imparando a costruire lampade a energia solare per le proprie comunità.

Le donne coinvolte hanno un basso grado di istruzione e sono avanti con gli anni. Trasformarle in tecnici è per loro un’occasione di riscatto e insieme una garanzia che lo sforzo fatto attecchirà bene nella comunità, grazie all’ampia autorevolezza di cui godono nei villaggi. Un modello di successo che verrà presto applicato anche in Centro e Sud America, in collaborazione con le Nazioni Unite ed Enel Green Power.

Finora hanno partecipato 150 “nonne-ingegneri”, che sono riuscite a illuminare, in modo autonomo ed ecocompatibile e dopo soltanto sei mesi, quasi 10 mila abitazioni. Ogni donna provvede a fornire le lampade necessarie alla propria famiglia, in modo da renderla autosufficiente e permetterle di sfruttare l’energia prodotta anche per l’attività lavorativa. Sarà al femminile anche la manutenzione delle lampade, aspetto sul quale di sofferma parte del corso erogato.

Il Barefoot College non è nuovo a progetti del genere. È infatti ormai un’istituzione a Tilonia, il villaggio del Rajasthan in cui si è insediato come onlus nel 1972, per volontà di Bunker Roy (fra le cento persone più influenti del 2010 secondo Time, ndr). Il suo principale obiettivo è sempre stato eliminare l’analfabetismo femminile nell’India rurale, c’è da scommettere che adesso questa esperienza poterà i suoi frutti anche in Colombia, Brasile, Perù, Guatemala e Cile.

 

 

 

 

 

 

Nel Rajasthan avviato progetto di formazione che consente alle donne di creare lampade a energia solare per i propri villaggi. Presto anche in America Latina.

di Veronica Benigno

L’energia elettrica manca ancora in numerosi villaggi indiani e in molti altri Paesi in via di sviluppo. La lotta all’energy divide, in mancanza di adeguati fondi pubblici, passa spesso anche dall’iniziativa del mondo del volontariato e della cooperazione. Il progetto del Barefoot College, nel Rajasthan, si inserisce proprio in questo filone: offrire alle donne la possibilità di diventare “ingegneri”, imparando a costruire lampade a energia solare per le proprie comunità.

Le donne coinvolte hanno un basso grado di istruzione e sono avanti con gli anni. Trasformarle in tecnici è per loro un’occasione di riscatto e insieme una garanzia che lo sforzo fatto attecchirà bene nella comunità, grazie all’ampia autorevolezza di cui godono nei villaggi. Un modello di successo che verrà presto applicato anche in Centro e Sud America, in collaborazione con le Nazioni Unite ed Enel Green Power.

Finora hanno partecipato 150 “nonne-ingegneri”, che sono riuscite a illuminare, in modo autonomo ed ecocompatibile e dopo soltanto sei mesi, quasi 10 mila abitazioni. Ogni donna provvede a fornire le lampade necessarie alla propria famiglia, in modo da renderla autosufficiente e permetterle di sfruttare l’energia prodotta anche per l’attività lavorativa. Sarà al femminile anche la manutenzione delle lampade, aspetto sul quale di sofferma parte del corso erogato.

Il Barefoot College non è nuovo a progetti del genere. È infatti ormai un’istituzione a Tilonia, il villaggio del Rajasthan in cui si è insediato come onlus nel 1972, per volontà di Bunker Roy (fra le cento persone più influenti del 2010 secondo Time, ndr). Il suo principale obiettivo è sempre stato eliminare l’analfabetismo femminile nell’India rurale, c’è da scommettere che adesso questa esperienza poterà i suoi frutti anche in Colombia, Brasile, Perù, Guatemala e Cile.

 

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