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Esportare per sopravvivere. Come farlo e perchè

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di Jessica Traverso

Spesso, chiacchierando con gli imprenditori sento dire che l’Italia non ha futuro e che l’unico modo per sopravvivere è dedicarsi ai mercati esteri. Pur non essendo io così catastrofica, credo che spingersi oltre i confini nazionali sia un’ottima idea e in questo articolo ho pensato di condividere con voi alcune riflessioni in merito.jessica traverso

Perchè dedicarsi anche all’estero “fa bene”?

  • perchè ci consente di fare una riflessione sulle nostre procedure e i nostri prodotti: siamo costretti a non darci per scontati e a metterci, quindi, alla prova in un ambiente che non conosciamo
  • perchè è possiamo scoprire nuovi strumenti e tecnologie che ci permettono di migliorare il nostro lavoro e la nostra produttività
  • perchè probabilmente entriamo in contatto con realtà che ci consentono di acquisire conoscoscenze che possono stimolarci per sviluppare qualcosa di nuovo
  • perchè incontreremo potenziali fornitori che ci garantiranno un abbattimento dei costi
  • perchè (ultimo ma decisamente non meno importante) acquisiamo nuovi clienti.

In sostanza, lavorare con l’estero ci permette di mantenere attiva la linfa vitale di ogni azienda: creatività, curiosità e sfida continua. E riattivare un atteggiamento proattivo è senza dubbio una buona strategia anche per ravvivare la propria posizione nel mercato locale.

E poi, come dicevo, significa trovare nuovi clienti! Che poi, spesso, è anche la prima leva che ci fa guardare fuori dal nostro mondo…ma come fare?

Sembrerà estremamente banale da dire ma gli step sono praticamente gli stessi da fare in Italia (con l’aggiunta di un paio):

  1. individuare il Paese in cui il rapporto tra investimenti e ricavi è più favorevole alla nostra azienda (non è detto sia quello dal quale ci ha chiamato un potenziale cliente che ci ha trovato su internet quasi per sbaglio): non sottovaluate la presenza di finanziamenti, agevolazioni, bandi, etc.
  2. capire chi è e cosa vuole il mercato e, quindi, il cliente per offrirgli il prodotto che può soddisfare al meglio le sue esigenze(e quando abbiamo già il prodotto, dobbiamo trovare il mercato che trova maggiore beneficio nell’acquisto del nostro prodotto)
  3. individuare i canali di distribuzione, promozione e commercializzazione più efficaci per rispondere alle nostre esigenze e a quelle del mercato
  4. definire i tempi, i modi e gli strumenti che effettivamente ci consentono di inserirci nel nuovo mercato con successo
  5. iniziare a vendere, prestando attenzione alla relazione con il cliente prima, durante e dopo l’acquisto in modo da fidelizzarlo e creare un passaparola positivo (altri nuovi clienti).

esportare per sopravvivereAppare evidente che non è da sottovalutare la fase di analisi e pianificazione rispetto all’ingresso nel mercato. E’ da evitare quindi il partire allo sbaraglio, lanciandosi in qualcosa che non sappiamo con la speranza che funzioni! Se non avete idea di come iniziare e da dove partire, affidatevi a dei professionisti!

 

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