Donne al voto in #Arabia #Saudita

In Arabia Saudita finalmente anche le donne possono votare

 

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(anche se non tutte)

C’è chi ci arriva prima, chi ci arriva dopo e chi deve ancora arrivarci ma prima o poi ci arriverà: finalmente anche in Arabia Saudita, in occasione delle ultime elezioni amministrative, sono state ammesse candidature non più esclusivamente maschili ma anche femminili. Una prima assoluta nello Stato culla wahabismo che è l’interpretazione più severe e intransigente dell’Islam sunnita.

Secretary of Defense Robert M. Gates, left, attends a meeting with King Abdullah bin Abdul al-Saud at the king's hunting lodge in Saudi Arabia to discuss current issues in the Middle East Jan. 17, 2007. DoD photo by Cherie A. Thurlby. (Released)

Secretary of Defense Robert M. Gates, left, attends a meeting with King Abdullah bin Abdul al-Saud at the king’s hunting lodge in Saudi Arabia to discuss current issues in the Middle East Jan. 17, 2007. DoD photo by Cherie A. Thurlby. (Released)

Merito del deceduto Re Abdullah che nel 2011 decise di concedere il voto alle donne per queste elezioni di dicembre 2015. Sempre un suo decreto stabilì che le donne dovessero rappresentare il 20% dei componenti del Consiglio della Shura, un organo consultivo, con poteri limitati, nominato ogni quattro anni dal sovrano.
Una scelta, quella di Re Abdullah, ovviamente molto criticata anche a causa delle fortissime limitazioni personali a cui le donne saudite sono sottoposte. Forse un primo timidissimo passo per arrivare ad eliminarle. Ad oggi le saudite, seguendo i dettami della Shariia, non possono comunicare direttamente con persone del sesso opposto, non possono partecipare a dibattiti televisivi, esporre manifesti col loro volto.
Le donne che comunque hanno potuto votare sono state solo poco più di 130.000 a causa di vari ostacoli burocratici e, incredibilmente, di problemi legati al trasporto da casa al seggio poiché a loro non è concesso guidare (sic!). Il totale dei votanti è stato poco più di 1.486.000. Quasi 6500 il totale dei candidati, all’incirca 900 le donne.

Queste elezioni hanno stabilito i due terzi dei 284 consigli municipali dell’Arabia Saudita, il restante è deciso direttamente dal governo. Tre donne consigliere sono state elette a Diriyah, alle porte della capitale Riad, altre due nella parte est del paese, nella provincia di Ihsa, due nella regione di Gedda, nel sud. Altre due a Tabuk e una nella regione di Jawf. Una donna eletta alla Mecca e un’altra a Qutif, città che si affaccia sul Golfo Persico.

Loujain Hathloul

Loujain Hathloul

I poteri dei consigli comunali sono molto limitati e i consiglieri si occupano principalmente di piccole questioni locali, rifiuti, decoro urbano. Ma nonostante ciò, il voto alle donne e per le donne, rappresenta senza dubbio una svolta in un paese molto arretrato per quanto riguarda i diritti sia delle donne che umani in generale.

 

Nassima Alsadah

Nassima Alsadah

Sono stati numerosi gli ostacoli che alcune donne hanno dovuto affrontare durante la campagna elettorale, tre addirittura depennate dalle liste elettorali. Tra queste evidenziamo le figure di Loujain Hathloul, donna che dopo aver cercato di guidare un’auto per passare la frontiera con gli Emirati Arabi Uniti ha trascorso più di due mesi in galera. Altra donna depennata è stata Nassima Al Sadah, attivista per i diritti umani nella città di Qatif.
A Taef, una regione occidentale dell’Arabia Saudita, la polizia sta indagando per capire chi ha divulgato un opuscolo che condanna e invita a non votare candidati donne perché, come affermato nello stesso, è “religiosamente inaccettabile, le donne non meritano di essere elette e votarle è peccato”. Molti passi in avanti restano da fare!
Concludiamo con l’evidenziare che l’unico Stato al mondo nel quale le donne non sono ancora state in grado di esprimere un voto è lo Stato della Città del Vaticano.

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