11/06/2020

Ricordo che un mese fa -era il 30 aprile– mi lamentavo di dovermi occupare di giardinaggio. È stata una Primavera così luminosa e rigogliosa, che la pioggia insistente e battente di questa ultima settimana di inizio Estate comincia a sembrarmi esagerata, viste anche le due grandinate che hanno accompagnato gli acquazzoni. Bei chicchi grossi si sono abbattuti sulla mia 500 che, riparata dagli alberi, per fortuna, non ha subito danni; non sono state danneggiate nemmeno le viti, oramai fiorite con piccoli acini d’uva, degli amici della Strada del Vino dei Colli Euganei (vi parlavo di loro il 7 maggio) e neanche, la testa della zia Maria, la mia Tante di cui vi raccontavo all’inizio e poi il 12 aprile, che si è fatta sorprendere dal temporale. Ho scritto “mia”, ma lei, pur avendo già tanti nipoti e pronipoti diretti più quelli indiretti come me, ha adottato anche Gloria. Lei è la zia di penna del mio blog! Ogni pagina del mio diario la legge di solito un paio di volte e poi mi scrive. Tutti i giorni, commentandomi, la Tante racconta un po’ di Lei, dando vita ad un blog nel blog pieno di affettuose note a margine.

Mi piace questa parola del linguaggio marinaresco: fortunale. La parola che come sinonimo ha tempesta o burrasca, ma anche lemmi antichi come procella, deriva proprio da “fortuna”nel senso di cattiva sorte. Ma nel mio caso, invece, i temporali estivi, malgrado tutto, sono una fortuna nel senso stretto del termine e vi confesso il perché. Per prima cosa la pioggia ha innaffiato, senza il mio intervento, il parco del ritz, sollevandomi dall’incombenza; ha lavato la macchina, parcheggiata all’aperto e oramai da mesi pressoché inutilizzata; poi, in questi due giorni di apertura del reparto termale, mi ha calmato l’ansia perché ho visto, dalla mia postazione di vedetta al quinto piano, aumentare le macchine dei famosi avventizi, nel parcheggio; ma soprattutto ha messo a tacere i piccioni. So che tubare, simpatico verbo onomatopeico, ha un risvolto romantico, visto che colombi e tortore emettono suoni gutturali durante il corteggiamento, ma credetemi, avere sulla testa un’intera colonia di colombi che tubano indisturbati da mattina a sera, è inquietante. Non amo i piccioni e ho scoperto come mai. È un uccello grande, lungo circa 35 cm con apertura alare fino a 68 cm. È resistente e veloce nel volo, tanto che può percorrere anche 800 km a una media di 70 km/h. Ha gli occhi fissi e arancioni, mentre le zampe sono rossastre. Nell’antichità i piccioni venivano utilizzati per trasportare messaggi, in assenza di tecnologie alternative, ma oggi trasportano solo malattie, almeno 60!

Tutti noi conosciamo l’aspetto del Velociraptor per come è stato ricostruito sul grande schermo nella famosa saga Jurassic Park. Il nome significa “ladro veloce” o “rapace veloce” ed è un genere estinto di dinosauro considerevolmente più piccolo dei suoi simili. È sempre stato raffigurato come un agile rettile sanguinario, dotato di un artiglio retrattile. Ma sembra proprio che questa descrizione non sia più sufficiente e la sua morfologia debba cambiare nell’immaginario collettivo, infatti i ricercatori dell’American Museum of Natural History hanno dimostrato che era coperto da piumaggio. Il Velociraptor è uno dei dinosauri meglio conosciuti dai paleontologi, che ne hanno scoperto più di una dozzina di scheletri vecchi di 80 milioni di anni e una cosa appare certa: aveva le piume disposte su tutto il corpo, diversi strati di penne molto simili a quelle degli uccelli moderni. Dunque il Velociraptor appare un tantino diverso da come lo rappresentava Steven Spielberg nei suoi film e le teorie oggi accreditate lo vorrebbero definitivamente somigliante più ad un grosso uccello terricolo che ad una lucertola scagliosa. Un colombo gigante del Cretaceo? Insomma, capite bene, che sentire le grida di COLOMBOSAURI sul tetto della mia stanza non è rassicurante…

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