03/06/2020

0498633100: chiamate! Questo è il numero del centralino del ritz. Da qualche giorno parte una nuova segreteria che vi inviterà a scrivere un sms al mio numero di cellulare 3498791456 o una mail all’ufficio ricevimento abanoritz@abanoritz.it o a chiamarci nei giorni feriali tra le 14h e le 20h. Tutto questo per avere informazioni o, magari, ancora meglio, per prenotare le cure termali convenzionate e accreditate a partire dall’8 giugno, una giornata tra parco e piscine nel mese di luglio e finalmente un’intera vacanza dal  13 agosto per festeggiare la riapertura con il Ferragosto dei DESIDERI al ritz. Step by step for you. La voce della segreteria è di mia nipote Federica. Un bell’esercizio per lei che, pur conoscendo più di una lingua straniera, tende a parlare molto in fretta, quindi, per stare nei tempi e senza mangiarsi le parole, c’è voluto il metronomo e il cronometro. Federica assomiglia al nonno Gigi soprannominato ‘u franzese a Napoli, a casa di zio Mino, dove appunto, quando telefonava, non si capiva e si faceva fatica a trasferire i suoi messaggi al fratello. Fretta comunicativa, lessico famigliare, immediatezza del dialetto veneto, cortocircuito tra pensiero e parola, mi hanno sempre divertito in mio padre e se poi ci aggiungiamo 10 anni di vita all’estero di Federica, si capisce questa forma di tachilalia genetica. Nello sforzo di scandire bene le parole, alla fine del messaggio in segreteria, mia nipote ha fatto un bel sospiro registrando un YEAH! vittorioso che l’ha costretta a rifare tutto daccapo… Da un pezzo, oramai, sono io che faccio portierato e rispondo al centralino. Purtroppo il compito è stato meno gravoso di quanto si possa pensare: squillava poco e niente e comunque dall’inizio c’era il reindirizzo delle telefonate al mio cellulare. Da qualche tempo la presenza sempre più frequente di mia sorella e, a turno, di Lorenza soprattutto e di Federica nonché la visita affettuosa e sollecita di qualche collaboratore, mi hanno un po’ sollevata dall’incombenza. Comunque sto pensando, dalla  metà di questo mese di giugno, di far rientrare a turno, e per qualche ora, in maniera programmata e condivisa, il front e back office. Si passa così dalla Fase 1 di Gloria alla Fase 2 e nell’aria il cambiamento già si sente…

Sono stata serena rimanendo semplicemente con me stessa e ho cercato questo spazio in albergo, per questo mi scuote e disorienta uscire da questa routine ordinata, ma anarchica che avevo messo in atto con il ritz dove sono stata completamente e finalmente libera di scegliere. Abituata a lunghi silenzi mi “disturba” dover rimettere in agenda incontri non più filtrati dal cellulare o protetta dallo schermo del computer. Le priorità e le cose da fare stanno tornando a essere altre rispetto alle tante nuove abitudini che in breve tempo avevo preso con me stessa e il ritz. Delle molte relazioni più o meno professionali questa è davvero profonda. Il sodalizio, tra me e il ritz , questa “fuga “ d’amore dalla realtà esterna, sta per essere definitivamente interrotta. Così Gloria passerà presto ad essere testimone di un matrimonio riparatore dopo la fuitina mia e del ritz: un amore contrastato da chi? Per esempio, e volendo semplificare al massimo, dalla pandemia. Il centralino ha comunque ripreso a squillare, le mail aumentano e le richieste sono le più strane, come prima e più di prima. Poche ma significative note a margine: si passa dal cliente che vuol fare la giornata e per un giorno ha mille richieste ed esigenze quasi in 24 ore volesse concentrare due mesi di desideri e bisogni, a quanti , al contrario, chiedono soggiorni di 10 notti con tutte le offerte possibili, promozioni e pacchetti mai abbastanza completi e competitivi. Nessuno ha fatto richieste specifiche sulla sicurezza del territorio e la sanificazione dell’albergo. Strano ma vero. Infine mi accorgo come, molte telefonate, si tramutino in lunghe chiacchierate in cui le persone non parlano né di distanziamento, né di mascherine, ma invece ci tengano a raccontarmi il loro punto di vista sull’accaduto, il giudizio sulle varie misure regionali e il loro personale vissuto durante il lockdown. Telefonate a fiumi come confessioni e sfoghi quasi a giustificare esigenze e aspettative, richieste d’ascolto più che di tariffe, di condivisione e solidarietà più che di tipologie di stanze e servizi offerti. Un mondo più solo e meno sicuro. Sto parlando di una sensazione di profondo isolamento, di insicurezza e solitudine interiori.

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