Un rogo, un gotto, una pinza e … tutte le feste vanno via!

“La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, il cappello alla romana: viva, viva la Befana!”

La pinza, pinsa in dialetto veneto, è un dolce della tradizione contadina preparato durante l’Epifania con pane raffermo, latte, uova, zucchero, mele, fichi secchi, uva passa e miele. La ricetta in realtà, come la maggior parte dei piatti tradizionali, varia di località in località e gli ingredienti oggigiorno sono certamente più ricchi che in origine.

In passato, durante la vigilia dell’Epifania, in Veneto, venivano preparate alte cataste di rami e canne di granoturco. Il più giovane della casa accendeva poi un rogo utilizzando un pezzo di legno mezzo bruciato, conservato dalla notte di Natale. Era la notte dei fuochi, la notte del “Panevin”.

Questo rituale è legato al culto del sole e del fuoco delle civiltà precristiane ed era un esorcismo contro la paura degli uomini di perdere, durante il solstizio invernale, il sole e la fertilità della terra. Un pronostico dell’annata appena iniziata; “Se le va a garbin, tiol su el saco e va al molin. Se le va al furlàn, tol su el saco e va a pan” (se le faville vanno verso il tramonto sarà di buon segno, se vanno verso levante sarà triste). Per questo con le forche si gettavano le faville nell’aria.

Questo rito era accompagnato da un momento di condivisione mangiando la pinza veneta, cotta tradizionalmente sotto la cenere, e bevendo alcuni “gotti” (bicchieri) di vino rosso.

“Qua pan qua vin, qua lane e lin, qua vedei e porzei, e la grazia di Dio sui caretei” (qua pane qua vino, qua lane e qua lino, qua vitelli e maiali, e la grazia di Dio sui carretti) o ancora “Pan e vin, la pintza sul larin, la luganega su par el camin” (pane e vino, la pinza sul focolaio, la luganega su per il camino).

La condivisione della pinza veneta, come quella del pane, simbolo del duro lavoro, ha lo stesso significato dello scambio dei regali. Una parte veniva lasciata sul camino dai bambini e riservato alla Befana che sarebbe passata verso mezzanotte per riempire le calze appese alla cappa del camino.

La tradizione rimane e con l’Epifania (che tutte le feste si porta via, ndr) le pasticcerie e i panifici continuano a proporre la Pinsa, tanto quanto le tavole di tutto il Veneto presentano questo dolce della tradizione contadina. Per quanto riguarda il rogo, adesso c’è la tanto attesa “Vecia” (vecchia) che fatta di legno viene bruciata in tutte le piazze per festeggiare la Befana!

All’AbanoRitz l’Epifania è un inizio, l’inizio di un nuovo anno, ricco di eventi, feste e offerte:  vi aspettiamo!

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