Verso l’8 Marzo, Comitato permanente

Molti credono che la manifestazione del 13 febbraio sia stata solo una manifestazione, ma le organizzatrici giurano che non è finito nulla e che quello è stato solo l’inizio.

"Comitato se non ora quando permanente"La notizia rimbalza ormai sul web. Secondo un articolo di Repubblica, le donne delle piazze di domenica che hanno fatto infuriare il premier sono decise a non fermarsi. Vogliono provare un fatto fondamentale: possono fare rete e costruire finalmente qualcosa di concreto: perciò il comitato organizzativo del “Senonoraquando” diventa permanente.

Rispondono ai molti che le accusano che la manifestazione, per quanto riuscita, non fa la differenza. Quello che conta in politica è avere i voti. Noi de “Ilsitodelledonne” avevamo ventilato la possibilità nei giorni scorsi di avere una donna premier, finalmente.

Così risponde Nicoletta Dentico, presidente dell’associazione Filomena dalle colonne digitali di Repubblica a proposito della manifestazione di ieri: “Una realtà che non può essere elusa né minimizzata, con cui da oggi tutta la politica dovrà confrontarsi. Come valorizzare quello straordinario patrimonio di energie, esperienze e culture diverse che, facendo rete, è finalmente diventato visibile […]; grazie al tamtam partito sul web una moltitudine di donne, uomini, giovani, vecchi, laici, cattolici, lavoratori e precari hanno deciso di uscire tutti insieme da casa per farsi sentire”.

Il comitato permanente è pronto a creare delle iniziative che culmineranno in un’altra grande manifestazione l’8 marzo.

Cosa ne pensate? Dite la vostra.

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5 Comments

  1. Francesco

    Io penso che domenica scorsa, per un insieme di circostanze, la manifestazione delle donne ha segnato un momento importantissimo nella vita del paese, individuando una posizione politica preziosa per affrontare non solo i problemi, ma anche le sfide che l’Italia ha dinanzi. Un risultato che sarebbe un peccato sprecare.

    Le squallide notizie di cronaca delle ultime settimane, a causa della notorietà dei personaggi coinvolti e del loro peso nella vita pubblica e privata di tutti, esacerbando l’intelligenza e le coscienze da troppo tempo ormai ingannate e offese, hanno riproposto in primo piano il problema della condizione e dei diritti della donna. Ma nel contesto attuale questo problema, per reazione alla dignità offesa e avvilita della donna, si fa interprete anche della dignità di ogni persona in varie situazioni bistrattata e denigrata dalla gestione politica del nostro paese.

    La posizione preziosa, guadagnata dalle manifestazioni di domenica, è appunto questa: che il problema specifico della condizione femminile non è rimasto chiuso in schemi e prospettive di parte, ma si è proiettato nel sentimento comune di difesa e di lotta per la dignità umana di tutti. Il movimento femminile diviene così prospettiva di una più compiuta consapevolezza di essere persona nella società di oggi e veicolo per poter attuare concretamente una coscienza civile e politica attraverso la presenza attiva dei cittadini di fronte alle logiche logore del palazzo.

    Vorrei a tal proposito ricordare quanto scrive oggi, 15 febbraio, Stefano Rodotà su La Repubblica:

    “Donne, lavoratori, studenti, mondo della cultura si sono mossi guidati da un sentimento comune, che unifica iniziative solo nelle apparenze diverse. Questo sentimento si chiama dignità. Dignità nel lavoro, che non può essere riconsegnato al potere autocratico di nessun padrone. Dignità nel costruire liberamente la propria personalità, che ha il suo fondamento nell’accesso alla conoscenza, nella produzione del sapere critico. Dignità d’ogni persona, che dal pensiero delle donne ha ricevuto un respiro che permette di guardare al mondo con una profondità prima assente.

    Proprio da questo sguardo più largo sono nate le condizioni per una manifestazione che non si è chiusa in nessuno schema. Le donne che l’hanno promossa, le donne che con il loro sapere ne hanno accompagnato la preparazione senza rimanere prigioniere di alcuni stereotipi della stessa cultura femminista, hanno colto lo spirito del tempo, dimostrando quanta fecondità vi sia ancora in quella cultura, dove l’intreccio tra libertà, dignità, relazione è capace di generare opportunità non alla portata della tradizionale cultura politica. È qui la radice dello straordinario successo di domenica, della consapevolezza d’essere di fronte ad una opportunità che non poteva essere perduta e che ha spinto tanti uomini ad essere presenti e tante donne a non cedere alla tentazione di rifiutarli, perché non s’era di fronte ad una generica “solidarietà” o alla pretesa di impadronirsi della parola altrui.”
    http://www.repubblica.it/politica/2011/02/15/news/la_bandiera_della_dignit-12474868/?ref=HREA-1

  2. benedetta

    salve a tutte!sono una studentessa fuorisede a roma, purtroppo non ho potuto partecipare alla manifestazione del 13 febbraio ma non mancherò certamente a quella dell’8 marzo.
    Sono convinta che questa nostra protesta sia necessaria ed efficace,ogni grande rivoluzione è partita dal basso,da piccole manifestazioni,se vogliamo veramente rivoluzionare il nostro paese sempre più dominato da uomini di potere che screditano le donne dobbiamo continuare su questa linea.
    Non credo che i boss del governo rimarranno indifferenti dinanzi a mobilitazioni dal peso enorme come quella del 13 febbraio.
    Resistenza,resistenza,resistenza!

  3. Rossella Pacitto

    Credo che la manifestazione del 13 febbraio sia stata necessaria così come è necessario che si prosegua per questa strada. Le donne hanno finalmente bussato un colpo pesante ad una porta che da troppo tempo ci vede escluse dalla vita civile e politica del nostro paese. Adesso quella porta è più fragile e se non ora, quando pensiamo di aprirla definitivamente?
    E’ necessario che le donne portino un respiro d’aria pulita,di dignità, di buon senso e di pragmatismo nella nostra società e se possibile nel governo del nostro paese, tutte cose di cui siamo capaci nella nostra vita familiare di tutti i giorni e nel lavoro.
    Non resta che dimostrarlo, mostrandoci ancora unite in una nuova grande manifestazione, l’8 marzo,riconoscendo anche nuova dignità ad una ricorrenza che da tempo ha perso il vero senso per cui è nata, compreso il ricordo della morte di tante giovani donne, che hanno spianato per noi la strada dei diritti.

  4. patty m

    lo grido a gran voce….DOBBIAMO ORGANIZZARE UN’ALTRA MANIFESTAZIONE NAZIONALE…IN TUTTE LE CITTA’… per urlare al mondo intero che le italiane non sono come la classe politica…sono stufe marce di questo schifo di parlamento!!!!!

  5. margherita

    Ciao io sono Margherita, Credo che la manifestazione del 13 sia stata una cosa speciale, un urlo liberatorio,uno spontaneo sentire per dire basta.. e perché si è rotto l’immobilismo. Ora, a mio avviso, bisogna che a macchia d’olio si fortifichi e non è facile perché siamo tutti presi da mille problemi ma di fronte a questo scempio non possiamo lasciare il nostro paese in balia di un pazzo, di una classe dirigente che ci denigra e che distrugga il futuro della nostra Italia,i valori fondamentali , la nostra democrazia che tanto sangue è costato per conquistarla. Penso, anzi sono convinta, che le donne possono fare la differenza, fatemi sapere …il prossimo tan-tan— Io assieme a tante donne e persone per bene ci saremo. Ciao Margherita

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