Terry Poletto, Presidente di Il Guizzo

fotoTerryP

Abbiamo incontrato Terry Poletto, presidente dell’associazione Il Guizzo, oltre che imprenditrice, mamma e “Virtuosa”. Tra tutte le sue attività, abbiamo voluto approfondire proprio quella dedicata al volontariato e al sociale, attività che spesso sono svolte con discrezione, ma che perseguono progetti importanti per i quali è fondamentale il massimo sostegno.

Com’è nata “Il Guizzo”?

Più che una vera e propria associazione, Il Guizzo è nato come un gruppo di amici che ne condividono lo spirito, gli scopi e i traguardi. Venticinque anni fa eravamo in dieci, oggi siamo circa una cinquantina.

Da dove viene questo nome?

Il nome è nato per gioco: inizialmente era la Rota del Guizzo Imperiale, un nome originale che voleva mettere insieme l’unione (rota) di un gruppo di persone colte da un lampo, da uno slancio buono, creativo, d’amore…da qui il guizzo. Imperiale doveva indicare il massimo. Poi è rimasto Il Guizzo.

Di quali progetti vi occupate?

Ne seguiamo diversi, ma il primo progetto è stato il sostegno all’associazione Ri.Di.Dò. e a C.A.R.A.P. Onlus, un gruppo di volontari che segue il prof. Carlo Giaquinto, Medico Pediatra della Clinica Pediatrica dell’Ospedale di Padova, Responsabile della Struttura Semplice di Malattie Infettive Pediatriche e Programmazione e Gestione Sperimentazioni Cliniche.

In pratica, i medici si occupano delle cure e delle terapie rivolte ai bambini che nascono affetti da HIV o da AIDS conclamato, che spesso sono abbandonati dai genitori o affidati a nonni o case famiglia. I volontari che noi supportiamo li aiutano ad inserirsi, a studiare, si occupano dei trasporti e di tutto quello che può essere necessario ad una vita che vuole essere “normale”, anche se segnata da un destino cieco e cattivo. I volontari organizzano per loro  le vacanze, compatibilmente con il stato di salute e le diverse  fasce d’età dei ragazzi

Inoltre, in questi ultimi anni, grazie ai traguardi raggiunti dalla ricerca, l’età si è allungata molto: mentre prima arrivavano massimo ai 15 anni, oggi ci sono giovani che hanno raggiunto i vent’anni. E’ necessario allora fornire un supporto psicologico fondamentale per affrontare la vita: i ragazzi più crescono più prendono fiducia più sperano più cercano di condurre una vita normale, si devono confrontare con i coetanei, devono confessare agli amici di avere l’HIV, si innamorano e l’eventuale partner dovrà sapere………

Per questo è importante fornire continuamente informazioni e aggiornamenti a tutti!

Come raccogliete i fondi?

Ogni occasione è buona: organizziamo riunioni anche di carattere ludico, cene, tornei… Ogni mese troviamo un momento di incontro per stare insieme, ci divertiamo e raccogliamo contributi per tutti i nostri progetti.

Quali sono gli altri?

Appoggiamo l’associazione Fasson, che ha creato una casa famiglia per bambini con problemi fisici a Santo Domingo e si occupa di farli operare e di seguirli; sosteniamo a distanza gli studi di un bambino in India a Mussorie. Ci occupiamo anche di piccole realtà locali, come l’A.N.P.H.A., un gruppo di volontari che accompagnano a nuotare giovani e adulti portatori di handicap fisici e mentali; così come il progetto Zitkovjci dell’Associazione Progetto Cernobyl di Abano Terme, per la realizzazione di un programma formativo, integrato nel normale percorso scolastico, che porti i ragazzi dai 16 anni in su a conseguire all’interno dell’orfanotrofio il diploma di scuola superiore e in parallelo li addestri e li formi dal punto di vista pratico sul alcune materie fondamentali.
Sono stati così concepiti in accordo con l’Assessorato all’istruzione bielorusso, i laboratori di taglio e cucito, informatica, falegnameria con la realizzazione e l’installazione delle aule, vale a dire con la strumentazione e le macchine necessarie oltre al corredo didattico.

Come siete organizzati?

Ogni progetto ha un referente all’interno del nostro Gruppo che si occupa di seguire personalmente la realtà destinataria dei fondi. Abbiamo scelto di seguire piccole realtà, perché è possibile per i soci “toccarle con mano”. Il nostro obiettivo è di farlo in prima persona, per non liberarsi semplicemente la coscienza. Lo scopo è quello di raggiungere gli obiettivi senza perdite strada facendo, come a volte, purtoppo, succede nelle grandi organizzazioni.

Come si può sostenere Il Guizzo?

La partecipazione e le donazioni sono aperte a tutti, in un secondo momento ci si può iscrivere e da soci partecipare più attivamente e in prima persona.

E’ un dato di fatto che le cure farmacologiche, il denaro o il cibo arrivano fino ad un certo punto, ben oltre arrivano i risultati raggiunti dai volontari: con amore e dedizione si danno prospettive di vita e di crescita a tutti.

Per informazioni: Terry Poletto – terry.poletto@abanoritz.it

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