“Una foschia diffusa, di quelle che distinguono l’estate di san Martino, avviluppava ogni cosa.”
Edgar Allan Poe
San Martino rimane uno dei Santi più popolari in Italia, il primo non martire a essere riconosciuto dalla Chiesa.
Nacque nel 317 in Sibaria, l’attuale Ungheria, e venne chiamato Martino in onore di Marte, il Dio della Guerra. Il padre era infatti deciso sulla carriera militare del figlio: a soli 15 anni prestò giuramento e diventò Circitor, addetto cioè alla ronda notturna e all’ispezione dei posti di guardia. Fu proprio durante una di queste ronde invernali che Martino incontrò un povero svestito al quale senza esitazione donò metà del suo mantello. Si dice che la parola cappella venga proprio dal piccolo edificio sacro dove era conservata quella stessa cappa o mantello.
Intorno ai 40 anni decise di farsi monaco lasciando l’esercito e sognando di dover convertire i suoi genitori. Ci riuscì con la madre, ma non smosse il padre che restò pagano convinto.
Nel 371 divenne vescovo di Tours, dove oggi sono venerate le reliquie scampate all’incendio provocato dagli Ugonotti nel 1562.
San Martino è protettore degli albergatori, dei fanti, dei forestieri, dei cavalieri, dei fabbricanti di maiolica, dei militari, dei mendicanti, degli osti, dei vendemmiatori, dei viticoltori, dei sarti, dei sinistrati e delle oche. Questo oltre a essere conosciuto come il “Santo dei cornuti” in quanto Marte, dal quale ha preso il nome, era amante di Venere, a sua volta moglie di Vulcano. Quest’ultimo li punì rinchiudendoli in una rete di ferro, ma gli altri dei lo derisero invece di sostenerlo. Da qui probabilmente il detto “cornuto e mazziato”. Molte sagre inoltre sono organizzate l’11 Novembre e spesso hanno come oggetto animali con le corna (mucche, capre, tori,…): per associazione di idee San Martino è quindi ironicamente il protettore degli amanti con “le corna”. La più conosciuta tra queste è senz’altro quella di San Valentino in Abruzzo Citeriore: il 10 Novembre gli uomini sfilano per le strade tra le grida dei compaesani e l’indomani la festa continua con la tradizionale fiera e la degustazione di castagne e vino novello.
Questa festa viene infatti spesso associata alla maturazione del vino nuovo che si degusta accompagnando castagne arrostite o inzuppandoci i biscotti siciliani di San Martino: molto secchi e duri aromatizzati con semi di finocchio o anice.
Nel nostro amato Veneto, invece, i bambini armati di pentole, coperchi e mestoli, invadevano tradizionalmente le strade della città chiedendo caramelle e dolcetti e canticchiando la tradizionale filastrocca. Venezia, per l’occasione, preparava il tradizionale dolce di San Martino, tutt’ora d’attualità: pasta frolla modellata a forma del Santo a cavallo con spada e mantello, guarnita con glassa colorata, praline, caramelle e cioccolatini.
Vi aspettiamo anche all’AbanoRitz per assaggiare il Vino Novello dei nostri colli perché, come si dice dalle nostre parti: “A San Martin el mosto deventa vin” o ancora “A San Martin, castagne e vin”.
Cosa aspettate?