https://www.abanoritz.it/pdf/Hotel_Abano_Ritz_SUPER8_web.pdf
Dimenticare in tasca lo smartphone e guardarsi intorno è il consiglio per scoprire la street art che, malgrado il suo evolversi, non ha mai abbandonato i muri delle città. Un fenomeno sempre più corteggiato da musei e gallerie e più o meno legalmente riconosciuto da istituzioni pubbliche o private. In termini statistici, è difficile quantificare esattamente il numero di artisti attivi o il volume di opere prodotte, data la natura spesso anonima e transitoria del graffitismo.
Forme geometriche e figure astratte, disegni floreali, lettering e fumetti, colori accesi o pastello, ogni artista con il suo stile e la sua tecnica lancia messaggi di protesta e denuncia o di impegno sociale o di sfrenata fantasia.
Tra writer old school e la nuova generazione di graffitari questi artisti riqualificano edifici dismessi e zone dimenticate, periferie o borghi disabitati; decorano vecchi e nuovi palazzoni di cemento da Milano a New York, passando per le province d’Italia e non solo.
«Un muro è fatto per essere disegnato, un sabato sera per far baldoria e la vita è fatta per essere celebrata», diceva Keith Haring. Artisti come Keith Haring hanno utilizzato gli spazi pubblici, come le stazioni della metropolitana di New York, per creare opere che affrontavano temi sociali e politici. Haring è noto per le sue figure stilizzate e bidimensionali, che rappresentano l’uguaglianza e la lotta contro l’emarginazione sociale. Un altro artista influente della “vecchia scuola” è stato Jean-Michel Basquiat, che ha combinato elementi del graffitismo con l’arte figurativa e concettuale.
Il graffitismo, noto anche come “writing”, è una forma d’arte urbana che ha avuto origine negli Stati Uniti alla fine degli anni ’60. Inizialmente, a Filadelfia, giovani artisti cominciarono a lasciare le loro firme, o “tag”, sui muri e sui treni della città. Questo fenomeno si è poi diffuso a New York negli anni ’70, dove ha raggiunto una maturità stilistica a metà degli anni ’80, uno dei pionieri di questo movimento è stato TAKI 183. In Europa, il graffitismo ha trovato terreno fertile in Francia grazie a pionieri come Blek le Rat, considerato il padre della stencil art, e Jef Aérosol.
In Italia, l’arte urbana ha guadagnato notorietà europea dai primi anni 2000, con l’emersione di scuole a Milano, Bologna e Roma. Artisti come Blu, Ozmo, e il collettivo Orticanoodles hanno contribuito a definire il panorama della street art italiana, partecipando a festival e progetti che hanno trasformato gli spazi in vere e proprie gallerie a cielo aperto.
Il mondo del graffitismo e della street art è un universo super creativo: l’aerosol art è la tecnica più iconica e usata. La stencil art o la wheatpaste è perfetta per messaggi forti e immediati. Il muralismo è invece una tecnica classica che somiglia all’affresco mentre molto più moderne sono le Installazioni 3D e le sculture urbane che usano materiali fisici. Tra le tecniche più interessanti i reverse- graffiti: si “pulisce” una superficie sporca usando sagome e lasciando emergere il disegno. La crescente integrazione della street art conferma il costante aumento della sua popolarità e il suo riconoscimento a livello mondiale.
L’AbanoRitz è da sempre un albergo in curiosa e continua ricerca di nuovi equilibri come quello artistico tra importanti pezzi d’antiquariato e strappi di affreschi fino ai grandi quadri che omaggiano le tecniche writing, grazie ad artisti come Alessio B, Biz, Toni Gallo e Kenny Random che è un artista urbano noto per i suoi murales poetici e misteriosi. La sua arte mescola elementi onirici, personaggi fiabeschi e citazioni pop, creando mondi sospesi tra realtà e fantasia.
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