La consulta ha bocciato ieri i referendum sulla legge elettorale: i referendari sono montati su tutte le furie per questo, mentre Berlusconi gioisce.
Si preannunciano altri anni difficili sotto il segno della crisi delle istituzioni in cui i politici diventeranno sempre più casta avulsa dai cittadini che dovrebbero rappresentare.
Diciamo questo con un po’ di rammarico visto che inspiegabilmente la consulta ha deciso di ignorare le tante firme raccolte dai cittadini che di fatto chiedevano solo di poter scegliere chi eleggere. Ora per il parlamento si apre una difficile battaglia: tra coloro che ancora vogliono eliminare il porcellum che ha tantissime pecche e non garantisce nessuna stabilità di governo, prova ne sia l’ennesimo crollo di questi mesi.
Anzi il Porcellum, lo ribadiamo, è carente anche perché mischia proporzionalità e premio di maggioranza. Proprio questa norma era stata studiata per garantire la governabilità. Abbiamo invece visto che può trasformarsi in uno strumento di temporeggiamento diabolico qualora ci sia bisogno di provvedimenti d’urgenza. E anche uno strumento di governo estremamente dispotico se il Primo Ministro mette la fiducia ad ogni proposta di legge.
Ora la palla torna al Parlamento: d’altronde, malgrado la cocente sconfitta dei referendari è indubitabile che spetti proprio a quell’Organo Istituzionale la creazione di una nuova legge elettorale. Il referendum è stato anche un modo per affermare delle volontà popolari:
• Diritto di scelta dei propri candidati;
• Stop all’eleggibilità multipla di parlamentari (più cariche allo stesso tempo)
E se si vuole si può poi aggiungere anche la possibilità di bloccare i parlamentare inquisiti. Queste sono istanze che si devono tenere in considerazione. Resta da vedere se, nelle priorità del Parlamento, c’è anche quella del rinnovo della legge o se si tornerà al voto con il Porcellum.