Le pensioni donne potrebbero diventare di nuovo terreno di scontro per la sopravvivenza di un governo agonizzante: ecco tutte le proposte fatte nel Consiglio dei Ministri e al vaglio per rispondere al commisariamento UE.
Che il nodo per la sopravvivenza della coalizione di governo fossero le pensioni, sia di anzianità che quelle femminili, era chiaro fin dalle prime avvisaglie di crisi avvenute a Luglio. Ora però la questione diventa terribilmente seria.
Ieri il consiglio dei Ministri si è risolto con un nulla di fatto anche a causa del blocco posto dalla Lega. Bossi e “Il cerchio magico” hanno preteso che non vengano toccate le pensioni di anzianità. Nonostante il Leader Bossi abbia fatto sapere che sono aperte le trattative, il veto del Carroccio rischia di comprometterle.
Ciò di cui si sta discutendo è la pensione contributiva. Al momento al vaglio del governo c’è l’anticipo dello scalone di quota 97 previsto per il 2013 al 2012. Spostando questa quota (62 anni di età + 35 di contributi), si porterebbe automaticamente per tutti l’età minima a 62. La progressione poi continuerebbe fino a quota 100 nel 2015 alzando via via l’età minima.
Il problema è proprio quel per tutti. Infatti andrebbero in pensione a 62 anni nel 2012 anche coloro che abbiano già maturato i 40 anni di contributi necessari per ricevere la pensione di anzianità. Tutta l’operazione porterebbe a un risparmio di 1,7 miliardi annui.
Un’ipotesi più soft potrebbe essere quella che introduce meccanismi di gratifica per coloro che decidono di rimanere più a lungo a lavoro e di squalifica per coloro che se ne vanno prima. Questo meccanismo era già previsto dall’originale riforma Dini che è oggi in vigore.
Resta aperto anche il problema pensioni donne. Le donne del pubblico vanno ora in pensione a 61 anni, mentre nel pubblico dal 2012 scatterà un innalzamento di età minima fino ai 65 anni. Per le lavoratrici del privato, invece, la più recente riforma prevede che l’età pensionabile minima inizi a crescere dal 2014 per arrivare a 65 nel 2026. Chiaro che uno delle possibili riforme potrebbe prevedere l’anticipo al 2012 del primo gradino o uno scatto immediato come è accaduto per le pensioni donne del pubblico.
Ciò che è certo è che il governo Berlusconi si gioca il proprio futuro proprio sulla previdenza sociale.
Non ha senso, le donne che lavorano da private come gli uomini del resto possono decidere quanto lavorare dato che sono dei liberi professionisti nella maggior parte dei casi. Per cui direi che il governo dovrebbe mantenersi nel settore pubblico e lasciare quello privato in pace.
Le pensioni andrebbero abbassate,cioè l’età pensionabile e non innalzata! Per fare ciò basterebbe limitare i privilegi dei ladri di stato!
Ciao,questo è un bellissimo post che racchiude tutte le ansie e tutte le paure delle donne che pensano di diventare mamme.