“Piedi, perché li voglio se ho ali per volare?”
Quale giorno migliore del 14 febbraio per portare a Padova l’Amore con i vivaci colori del Messico. Frida Kahlo e Diego Rivera, uniti nella vita e nell’arte, portano la loro passione nelle sale del Centro Culturale Altinate San Gaetano attraverso ritratti e costumi messicani. Questa è l’unica tappa italiana di un’esposizione itinerante che ha già fatto vibrare i cuori di Londra New York e Melbourne tra tanti.
La maggior parte delle opere proviene dalla collezione di Jacques e Natasha Gelman, amici dei due artisti: lui regista di successo e raffinato collezionista, lei che continua ad arricchire la collezione anche dopo la sua morte. Oltre ai dipinti, ci sono anche fotografie e una sezione riservata ai costumi messicani.
Un Messico iconico della metà del ‘900 che le opere di Frida Kahlo e i murales e olio su tela di Diego Rivera traducono in arte tra passione, bellezza, forza e sofferenza. Il loro fu infatti un amore… travagliato!
Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón nasce il 6 luglio 1907 a Coyoacánm Messico. È la figlia di Wilhelm Kahlo, un uomo semplice, simpatico, ebreo, amante della letteratura e della musica, pittore emigrato in Messico dall’Ungheria. Dopo un primo matrimonio, da cui resta vedovo, si sposa nel 1898 con Matilde Calderon y Gonzales, figlia di una messicana e di un indio, con la quale hanno quattro figli. Frieda è la figlia più vivace e ribelle.
Il padre, dopo vari lavori “alimentari”, diventa un fotografo di talento e probabilmente è proprio lui a ispirare la figlia che fin dall’adolescenza manifesta talento artistico e uno spirito indipendente e passionale. Da questo contesto nascerà il tema dell’autoritratto. Il primo che dipinge è per il suo amore adolescenziale, Alejandro.
Nei suoi ritratti Frida raffigura principalmente i momenti più difficili della sua vita, come il grave incidente di cui rimane vittima nel 1925 mentre viaggia su un autobus. Le conseguenze dell’incidente condizioneranno la sua salute per tutta la vita, ma non affievoliranno la sua tempra morale: nonostante il dolore, infatti, si dedica sempre con passione alla pittura e continua a essere la stessa ragazza ribelle, anticonformista e vivace di prima.
Tornata a casa dall’ospedale è costretta a letto per diversi mesi e per questo il suo primo soggetto è il suo piede che intravede tra le lenzuola. Per sostenerla, le viene regalato un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto: è qui che inizia la serie di autoritratti.
Frida porta i suoi dipinti a Diego Rivera, famoso pittore murale dell’epoca, per avere una sua critica. Rivera è un uomo alto, grasso, imponente, che va in giro con dei vecchi pantaloni, una camicia scialba, un vecchio cappello. Geniale, allegro, irruento e conosciuto per essere un gran tombeur de femmes, rimane positivamente colpito dall’artista, tanto da prenderla sotto la sua ala introducendola alla scena politico-culturale messicana. Frida diventa attivista del partito comunista e si innamora del suo mentore.
Nel 1929 Frida Kahlo e Diego Rivera si sposano. Per lui è il terzo matrimonio; lei sa benissimo che lui la tradirà e lei lo ripagherà della stessa moneta, sia con uomini che con donne.
Dopo una breve parentesi newyorkese, la coppia torna in Messico dove decidono di vivere in due case collegate da un ponte, in modo da avere ognuno i propri spazi. Divorziano nel 1939 a causa del tradimento di Rivera con la sorella di Frida, per poi risposarsi nel 1940 a San Francisco.
Frida a questo punto inizia ad avere uno stile di vita intenzionalmente naïf che la porta a dipingere piccoli autoritratti ispirati all’arte popolare e al folklore precolombiano affermando la propria identità messicana.
La vita e le opere di Frida Kahlo affascinano da sempre tutto il mondo sia artisticamente che emotivamente portandola ad avere grande successo già in vita e proclamandola tra le più coraggiose e grandi pittrici del Novecento.
Per Padova è un onore poter vantare la tappa di questa grande esposizione itinerante a pochi minuti dall’AbanoRitz.