Segnalato dalla nostra amica Annamaria Molin (Venezia).
“Bisogna anzitutto essere concentrati sul nuovo che deve venire, e non sulla propria storia.
L’dea più sbagliata è infatti che “io sono la mia storia”.
Invece il passato non è altro che la nostra parte morta.Niente di ciò che riguarda il tempo trascorso ha davvero importanza. Ciò che abbiamo fatto, quel che ci è successo, ormai se n’è andato.
Guardiamo i bambini, i nostri maestri: ogni attimo li separa dal precedente. Ridono un secondo dopo che hanno pianto, perchè niente si sedimenta, niente diventa zavorra: la loro mente è completamente operativa, agisce, non è impigliata nei rimpianti, rimorsi, ripensamenti e in tutti gli alibi che trattengono gli adulti.”
R. Morelli