Monica Pesce: uscire dal guscio e riscoprire il talento e l’ambizione

Donne in carriera, donne nei CDA delle aziende, donne in politica. Non un’utopia ma finalmente una realtà, che rompe l’etichetta riduttiva del concetto di “quote rosa”.

Un universo femminile che ha voglia di realizzarsi e sa di avere tutte le potenzialità per farlo. A rappresentarlo in questa speciale intervista, Monica Pesce, Presidentessa della PWA (Professional Women Association), gruppo che ha l’obiettivo di promuovere e rinforzare la presenza femminile ai piani alti del mondo economico e politico, aiutando sempre più donne a “uscire dal guscio” e a riscoprire il proprio talento e le proprie ambizioni.

di Eleonora Mauri


Monica, ci introduci come e perché è nato il progetto PWA?

L’associazione PWA Milan nasce ufficialmente nel 1991 come “expat association”, quindi un network di donne straniere, che si trasferivano a Milano per motivi di lavoro e sentivano il bisogno di costruire una nuova rete di relazioni sociali e professionali con altre donne che avevano affrontato, o stavano affrontando, un’esperienza simile. Poi, nel 2005, Avivah Wittemerg-Cox ha fondato a Parigi lo European Professional Women’s Network, focalizzato sul supporto alla crescita professionale delle donne, e ha chiesto a PWA Milan di entrare a far parte della federazione di city network che stava nascendo. In quel momento è cominciata l’evoluzione della nostra associazione, che oggi raccoglie più di 300 donne, italiane e straniere, che desiderano contribuire al cambiamento culturale, sociale ed economico del nostro paese, diventandone protagoniste, prendendo in mano la propria vita.

Nella vostra esperienza, come vedete il ruolo della donna in Italia?

Le donne italiane si trovano oggi in mezzo a un guado: da un lato entrano in forze nei consigli di amministrazione, ma dall’altro rinunciano troppo spesso alla carriera, stanche delle difficoltà che si trovano a gestire – poco sostenute da aziende, mariti e istituzioni – e domandandosi se il gioco vale la candela. Ciò che ancora ci manca è la consapevolezza innanzitutto del ruolo cruciale che rivestiamo dentro e fuori le aziende: come lavoratrici, che portano un punto di vista differente, uno stile di management innovativo e capacità spesso complementari rispetto a quelle maschili, e poi come consumatrici, che decidono o influenzano oggi, nei segmenti di mercato che ci vedono meno protagoniste, il 70% degli acquisti. Ma soprattutto del potere, dell’energia innovativa e della capacità di far accadere le cose che rappresentiamo quando ci riuniamo, facendo rete se non addirittura lobby. Con percentuali crescenti di occupazione, crescita nella scala gerarchica e conseguentemente economica, le donne rappresentano il mercato presente e futuro.

Come pensate che il mondo digitale possa aiutare le donne e le mamme italiane?

Il mondo digitale è uno strumento potente: informazioni, partecipazione, visibilità, collaborazione. Ma il vero punto di forza, quello che fa la differenza, sta nella gestione del tempo, che rappresenta la risorsa più scarsa, e quindi più preziosa, per ciascuna di noi.

Quali sono secondo voi i punti di forza e di debolezza dei network al femminile?

I network femminili, prima di tutto, abituano le donne a capire che fare rete non richiede necessariamente la presenza di uomini, aiutano a fare pratica rispetto alle capacità di networking – in una “comfort zone” che le fa sentire a proprio agio – e offrono ispirazione, role models e momenti di riflessione. Il punto di debolezza fondamentale è proprio l’assenza di uomini, che oggi vanno coinvolti e motivati a impegnarsi sull’assunzione di responsabilità nel sostegno alle donne, che si tratti di mogli, sorelle, figlie o colleghe. È il motivo per cui è importante inserire nel calendario di attività alcuni momenti di confronto e di networking che vedano coinvolti anche loro. “Engaging men”: è questo un altro obiettivo fondamentale per noi. A tal proposito, il prossimo 10 Luglio a Milano si terrà un evento che parla proprio di questo (clicca qui per i dettagli)

Cosa consigliereste di fare a una lettrice che vuole entrare in un network?

Provare, mettendosi in gioco. Ogni volta che una donna mi scrive per avere più informazioni sulla nostra associazione, il primo suggerimento che offro è di partecipare a uno dei nostri eventi. Solo l’esperienza diretta aiuta a capire se e come un network femminile possa rispondere alle aspettative ed esigenze individuali. È così che io ho approcciato PWA per la prima volta e mi sono entusiasmata dal primo evento.

Avete organizzato da poco un evento a Milano, al quale avete invitato altri 14 network femminili. Quali sono stati i principali risultati emersi dagli scambi intercorsi con le partecipanti?

Prima di tutto, la conferma che siamo davvero tante, desiderose di fare rete e collaborare. E poi la curiosità di scoprire il funzionamento di altre associazioni femminili – alcune nate da poco – e la voglia di partecipare, di esserci, di diventare protagoniste. 

Monica, se le lettrici volessero rimanere in contatto con la PWA, come possono fare?

Possono iscriversi alla nostra newsletter tramite il sito internet www.PWA-Milan.org e connettersi al nostro network sulla nostra pagina Facebook e Twitter. Verranno informate sui prossimi eventi e sulle iniziative in programma.

 

 

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