Ribattezzata manovra “Salva Italia”, quella in questo momento al vaglio del Parlamento, pone alcune interessanti proposte che potrebbero ridefinire il panorama economico e lobbistico italiano.
Il condizionale è d’obbligo, perché, se è vero che sulle liberalizzazioni delle farmacie ci si è tenuti fermi, altrettanto non si è fatto per quella sui taxi.
L’introduzioni dei farmaci generici in Italia e l’apertura delle parafarmacie nel nostro Paese ha provveduto a far diminuire sensibilmente i prezzi sui medicinali. E questo è incotrovertibile. Grazie quindi alla concorrenza giusta e sacrosanta che però i farmacisti sono convinti di poter ostacolare con una serrata generale delle farmacie.
Altre innovazioni derivano però da:
- abolizione del reato di falsa dichiarazione fiscale: se denuncio meno di quello che ho non sono passibile di denuncia;
- possibilità retroattiva di rateizzare in 72 rate la penale per mancati versamenti fiscali;
- la possibilità da parte di coloro che si vedono pignorare un bene di vendere lo stesso da sé e ricevere da Equitalia la differenza tra quanto dovuto al fisco e il prezzo di vendita.
Quest’ultima norma è stata studiata per evitare che un bene pignorato venga venduto al ribasso nelle note aste giudiziarie.
Buone notizie anche per i commercianti che vedranno fissato al tetto massimo dell’1,5% il costo da versare per le operazioni con carte di credito.
È stata presentata anche la proposta di un bollo sull’anonimato per i capitali scudati. Si fa pagare una tassa perché coloro che hanno riportato i capitali in Italia grazie allo scudo fiscale. Questa norma andrebbe ad incidere su quei contribuenti che avendo usufruito dello scudo fiscale per i propri averi, non hanno provveduto a riportarli tutti nel nostro Paese ma, furbescamente, ne hanno lasciato un po’ all’estero. Un po’ si fa per dire. Si parla di cifre che superano il miliardo di euro.
A costoro dovrebbero essere applicate le sanzioni previste con la confisca di tutti i denari riportati nel Bel Paese, ma ciò non è stato possibile perché ancora mancano i provvedimenti attuativi.
Finora infatti, a subire il carico maggiore della manovra sono state le famiglie e l’ormai defunto ceto medio.