Libri: da settembre sconto limitato al 15%, tutela o fregatura?

Da settembre lo sconto sui libri è limitato per legge al 15%: una tutela per gli editori o una fregatura per i lettori?

"legge anti-amazon"Questa legge fissa un limite massimo di sconto che i rivenditori e i librai possono applicare al prezzo di copertina dei libri. Il tetto è del 15%. La Commissione Cultura di Montecitorio ha dato il via libera ad una proposta di legge portata dal Senatore del Pd Riccardo Levi che però è stata sottoscritta anche da altri gruppi parlamentari. La legge è stata approvata il 20 luglio 2011.

Più di tutto aveva fatto discutere nei mesi scorsi la concorrenza sleale praticata da Amazon, uno dei grandi rivenditori online, sui libri elettronici. All’interno della normativa, che dovrebbe essere attuata, infatti, si fa un preciso riferimento anche ai testi in formato digitale, i cosiddetti e-book. Molti hanno già soprannominato la leggi Levi, legge anti-Amazon. Ufficialmente dovrebbe servire a tutelare le piccole e medie Case Editrici (CE). In realtà però ci rimetteranno cittadini e biblioteche.

Come sempre chi ci perde di più sono i consumatori. C’è ancora chi ama possederli, i libri, chi vuole averli a portata di mano, chi desidera sfogliarli in ogni momento. La limitazione degli sconti e la libertà di fissare il prezzo che si desidera, concesso alle case editrici, potrebbe sfavorire ulteriormente la lettura nel nostro Paese.

"Sconto libri limitato al 15%"Come funziona il gioco tra promotori, distributori e librerie

(per approfondire visita e leggi quest’articolo di Giulio Mozzi)

Fare promozione di un libro significa affidarsi a degli agenti che hanno il compito di “lanciare” le novità nelle librerie ovvero di fare in modo che le librerie acquistino alcune copie delle novità. Tutto ciò che non è novità fa parte del “Catalogo“. I libri di catalogo sono quelli usciti da tempo. I rifornimenti sono invece i libri nuovi esauriti in libreria dei quali vengono acquistate altre copie. Una delle lamentele più grandi fatte dalle piccole CE è l’impossibilità di vendere una novità ad un prezzo scontato, poiché questo vorrebbe dire aumentare il prezzo di copertina, rendendo la novità invendibile.

La distribuzione consiste poi nel far arrivare direttamente i libri nelle librerie ed edicole. Le grandi Case Editrici hanno un proprio sistema di promozione e distribuzione, oltre che, spesso, una propria catena di vendita, formata da librerie effettivamente possedute o da librerie in franchising, che godono, rispetto alle altre, di alcuni vantaggi.

Le piccole e medie CE spesso si affidano alla rete di agenti di promozione e di distribuzione dei grandi editori.

Sconti e rese

Fino a qualche tempo fa c’era una prassi non scritta riguardante gli sconti praticati da editori e distributori alle librerie. Il distributore praticava uno sconto al libraio di circa il 30% sul prezzo di copertina. La Casa Editrice a sua volta applicava uno sconto al distributore del 45% e quindi questo guadagnava circa il 15%.

Ma cosa succede se il libraio si approvvigiona di un libro che poi rimane invenduto. Può accadere che questi rivendichi il diritto di resa. Rendere una partita di libri significa riconsegnare l’invenduto al distributore e pretendere da quest’ultimo la restituzione del denaro speso. A sua volta il distributore si rifarà sull’editore.

Oggi, per quanto riguarda gli sconti sulle librerie, le cose sono un po’ diverse, proprio per la presenza sul mercato italiano delle grandi catene come Feltrinelli e Mondadori. I librai arrivano a chiedere sconti al distributore fino al 45%. Questo è costretto, per rifarsi a chiedere sconti fino al 60% alle Case Editrici. Con questo meccanismo le piccole CE finiscono sul lastrico, soprattutto se si pensa che spesso si rivendica il diritto di “resa”. Ed ecco il motivo per cui si pubblicano così pochi emergenti in Italia.

Cosa comporta la legge approvata

Innanzi tutto cominciamo col dire che, visto come stanno le cose, i librai non saranno affatto aiutati da questa legge. La normativa non aumenterà affatto la concorrenzialità. Amazon e ibs sono librerie online che guadagnano in base agli investimenti fatti.

E non saranno aiutati neppure le piccole aziende, secondo noi, che pure hanno fortemente voluto la legge. I libri dei piccoli e medi editori hanno un costo di produzione elevato, bassa tiratura e scarsa pubblicità. Conta molto da chi sono promossi e distribuiti. Distribuire le piccole Case col diritto di resa e praticando uno sconto massimo al consumatore del 15%, siamo sicuri, non farà loro bene. Molto rimarrà invenduto e verrà rimandato indietro.

Come primo risultato si è ottenuto una spesa maggiore per le biblioteche, cioè, in ultima analisi per lo Stato che, d’ora in poi, pagherà i libri più cari.

Chi ci guadagna?

Ci guadagnano le piccole e medie Case Editrici. Se lo sconto massimo è sia su internet che al negozio del 15% qual’è l’agevolazione dal comprare in internet? Nessuno. Ciò significa che si azzera la concorrenzialità legata al mezzo.E si elimina per esempio lo sconto sulla novità.

Alcuni come Donizzelli, Iperborea, Minimumfax, Nottetempo, Voland, Instar, la nuova frontiera, avrebbero voluto una legge alla francese con tetto al 5%. Probabilmente guadagneranno di più, ma i lettori apprezzeranno la loro offerta o invece, visti i prezzi, si limiteranno a non comprare? Certo erano stati già gravemente penalizzati dalla legge che nel 2010 ha eliminato e agevolazioni di spedizione per editori, ma questo è un risarcimento reale? Non rischiano forse di vedere diminuire ancor di più le vendite?

Libri più cari anche per gli studenti, a partire dal primo settembre, quindi. Non per niente ora Amazon sta praticando sconti fino al 40% facendo sapere alle persone che a causa della suddetta normativa presto i libri ci costeranno di più. Ibs sta praticando un fuori tutto con sconti fino al 75% validi naturalmente fino al 31 agosto.

Comunque la questione è un’altra. Possibile che dopo tutte le promesse di liberalizzazioni fatte, si metta per legge un prezzo fisso ai libri?

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