Nella nuova Commissione europea messa a punto dal presidente Barroso, nove dei ventisette membri sono donne. Poche, ma intanto sono più numerose di prima e hanno incarichi di rilievo. Sono le donne della politica europea.
Ad esempio l’inglese Catherine Ashton è diventata “ministro degli esteri” battendo per pochissimo il candidato italiano Massimo D’Alema. La Ashton è stata molto criticata: non ha esperienza internazionale, è stata la seconda scelta di Londra, ha un passato di ultrapacifista.Ma quello che conta è il potere che avrà: enorme. Sarà lei il “volto” dell’Europa sulla scena mondiale. Avrà a disposizione notevoli mezzi finanziari e avrà il compito di costruire dal nulla la diplomazia europea, per la quale sono previsti diecimila funzionari provenienti da tutti i Paesi della Ue.
Sarà invece Commissario per la Difesa dell’Ambiente la danese Connie Hedegaard. Già soprannominata “madame climat” dalla burocrazia di Bruxelles, è “quel mastino che per due anni ha percorso il mondo costringendo molti Capi di Stato e di Governo a presentarsi alla Conferenza di Copenhagen, ottenendo che alla fine salissero anche Obama e il premier cinese”.
Se poi si considera che a gestire l’intera vicenda delle nomine è stata la cancelliera Angela Merkel, una delle donne in politica europea più in vista, allora l’impronta femminile sull’Europa ci appare per quello che è: delicatamente d’acciaio.
da IO Donna, 12 dicembre 2009