Passa alla Camera la legge anti-burqa: facciamo un paio di riflessioni che riguardano le donne.
Proprio ieri abbiamo pubblicato un articolo che illustra il movimento Slutwalk che si esprime con manifestazioni di protesta da parte di donne che rivendicano il diritto di libertà di vestirsi come vogliono senza sentirsi colpevolizzate. Molti ritengono che certi tipi di abbigliamento siano vere e proprie provocazioni per i maschi che in seguito a tali “impliciti inviti femminili” si sentono giustificati a stuprare.
Sempre ieri si è approvata alla Camera la votazione per la modifica di una legge che vieta il velo integrale (oltre che caschi e passamontagna) e altri indumenti etnici e religiosi che impediscano di vedere il volto delle persone nei luoghi pubblici. A parte le ovvie polemiche sulla necessità di approvare un simile provvedimento con i tempi che corrono, si rimane basiti sui doppi binari che si sono scelti di percorrere all’interno degli schieramenti della Destra italiana.
Alcune delle giustificazioni adottate da esponenti politici e simpatizzanti di PDL e Lega Nord si collocano nel campo della difesa della libertà della persona. Molti sostenitori delle Destre ritengono infatti che le donne che portano il burqa non siano veramente motivate nel farlo e vogliano invece privarsene e poter girare a testa alta e a “viso scoperto”. Insomma i quartieri di Milano non devono sembrare quelli di Islamabad perché questo è l’occidente civile e progressista dove si rispettano le leggi e le regole, le tradizioni e la cultura di tutti.
Peccato però che ciò che vale per le donne mussulmane che vivono in Italia non valga per le donne italiane. Infatti se il velo islamico è un grave atto di limitazione della libertà personale poiché “Aisha” e “Fatima” desiderano in realtà girare potendo mostrare il volto, al contrario “Marta” e “Alessandra” devono stare attente a scoprirsi troppo il corpo o a girare per le strade ad ore tarde e da sole perché rischiano di diventare vittime, con le loro provocazioni, di abusi e stupri (come si consiglia nei Vademecum distribuiti a Roma).
E voi cosa ne pensate? È giusta o no una legge che proibisce di portare un indumento tradizionale?
Di solito quando si cade in contraddizione si è in torto e il recente “approccio” dei membri del Governo alla situazione femminile del nostro Paese fa capire che non sono stati ben recepiti i reali bisogni delle donne in Italia (e dei cittadini italiani in genere). Per combattere la Violenza sulle donne è necessario tenere aperte le case Rifugio e i centri anti violenza, che invece rischiano di chiudere, più che distribuire un Vademecum colpevolizzante sui comportamenti da tenere per non incorrere nel rischio di provocare la sessuomania dei maschi.
Occorre fare in modo che le leggi si applichino con severità e concedere per una volta il beneficio del dubbio alle vittime dello stupro, anziché concedere attenuanti agli stupratori.
Quanto alla legge anti-burqa è facile capire quali siano i reali motivi che hanno fatto approvare la legge: un governo debole, incapace di opporsi alle derive razziste e xenofobe di alcuni gruppi politici. Inutile girarci tanto attorno. Anche se probabilmente finirà con l’approvare una legge tutto sommato giusta per i motivi sbagliati.
io la penso come questo post:
http://ilpartitodellamore.blogspot.com/2011/08/non-tutto-il-male-viene-per-nuocere.html
e ancora di più dopo aver dato un’occhiata a tutti i link a cui rimanda, e tutto il resto fa ridere. Ho delle amiche FIGLIE di famiglie immigrate che hanno quasi vomitato per la paura che non passasse questa legge e così gridassero ancora più vittoria i maschi delle loro comunità. Voi non capite.
Mi viene da vomitare, all’idea che si possa consentire per legge (NON vietandolo) di fare questo – mettere quella schifosa prigione- a una moltitudine di poveracce lasciate senza nessun aiuto. Mi fa schifo che una cosa così importante sia cavalcata dalla destra perchè a sinistra è pieno di cretini.