Lavoro femminile: le agevolazioni e gli incentivi nelle intenzioni del Governo Monti

Lo sgravio fiscale per le imprese che puntino sul lavoro femminile e l’assunzione di donne e giovani è una delle grandi novità presentate dalla manovra Monti.

"lavoro femminile sgravi fiscali 2011"Ed è anche fra i pochi elementi della finanziaria che punti ad aumentare la crescita.

In particolare è prevista la totale deducibilità delle imposte dirette Irpef e Ires e la diminuzione delle imposte sul reddito delle società. Ecco come funzionano.

Per i contratti di apprendistato: i datori di lavoro con più di 9 dipendenti che assumano da Gennaio2012 aDicembre 2016 giovani con contratto di apprendistato e agevolino il lavoro femminile assumendo donne avranno uno sgravio contributivo del 100% per un periodo di tre anni, dal terzo anno in avanti lo sgravio sarà del 10%;

Contratti di inserimento: viene riconosciuto un contributo a tutti i datori di lavoro che incentivano il lavoro femminile stipulando contratti con donne di qualunque età purché prive di un impiego da almeno sei mesi e che risiedano in territori con tasso di disoccupazione superiore al 20% o che superi di 10 punti quello maschile;

Contratti part-time: abrogato l’obbligo di convalida del contratto part-time stipulato tra datore e lavoratore da parte del centro per il lavoro della provincia di riferimento e le parti potranno accordarsi sulla flessibilità dell’orario lavorativo;

Telelavoro: si prevede un bonus per i datori di lavoro che assumano con questa tipologia di contratto che rientrerà tra le misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;

Contratti di prossimità: prorogati gli incentivi e gli sgravi fiscali già previsti dalla legge del 06/07/2011.

In definitiva lo sgravio IRES per assunzioni di donne e giovani sotto i 35 anni varrà 4.600€ o 10.600€; al sud invece benefici maggiori: 9.200€ e 15.000€.

Fanno poi parte del pacchetto del ministero dello Sviluppo Economico per far crescere l’economia anche l’Aiuto della Crescita Economica che punta a eliminare il divario esistente tra le aziende che si finanziano a debito e quelle che reinvenstono all’interno della propria attività gli utili ricavati. Si tratta di uno sgravio Irpef e Irap e di un’agevolazione pari al 3% in più dell’utile investito. Questo per combattere uno dei mali tradizionali del sistema imprenditoriale italiano: la scarsità di reinvestimento del capitale all’interno della propria attività.

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