Vero,il 13 febbraio in piazza c’erano molte donne che ce l’avevano con il Presidente del Consiglio, tuttavia, non riduciamo tutto alla solita querelle destra/sinistra.
Si rischia veramente il ridicolo. Si rischia di trasformare questo grande sforzo per organizzare una riuscitissima festa, quella di ieri Domenica 13 febbraio 2011, in un bisticcio. Le donne con la sciarpa bianca non avevano colore politico. Il bianco è il colore della luce in cui si amalgamano tutte le tonalità.
Tutto il movimento nasce come una protesta dopo l’ennesimo scandalo sessuale che coinvolge il Primo Ministro italiano, ma ciò non significa che solo lui sia colpevole della degradazione della donna. Certo ne è un simbolo autorevole.
E colgo l’occasione anche per commentare alle critiche di due donne del PDL che, forse, chiamate a difendere l’indifendibile, hanno bollato la manifestazione come iniziativa di bigotte.
Sto parlando del ministro Gelmini, che stamane ha detto: “Iniziativa nata e cresciuta nei salotti dell’arte e del cinema“. Ma signora ministro, dove deve nascere il movimento perché possa essere accettato da lei e dal suo entourage, dagli uomini del suo partito, dalle donne del suo schieramento? Forse ad Arcore, in ben altri salotti?
La Gelmini ha ragione quando dice: “La dignità della donna è un argomento troppo serio per gettarlo in mezzo alla battaglia politica in quel modo“. Ma questo dovrebbe forse dirlo al suo Presidente di partito. E comunque credo che tutte quelle donne che ieri orgogliosamente e democraticamente hanno sfilato in piazza, con l’unica voce che è ormai lasciata loro, quella della piazza, fossero serissime.
Ciò che è stato fatto è accaduto perché le donne del parlamento e del partito non hanno voluto o saputo vigilare e frenare chi doveva essere controllato.
E poi rimaniamo di sasso di fronte all’ennesima isterica provocazione della Santanché che con una certa coloritura ha bollato le partecipanti alla manifestazione come bigotte. Vero che fra le manifestanti e organizzatrici c’era anche qualche suora, ma c’erano anche leghiste, donne della destra e della destra più intransigente. Non bigotte. Donne, la cui opinione e le cui battaglie, sono state fondamentali, “onorevole”, se non altro per averla fatta arrivare lì sul suo amato scranno. O forse le sue battaglie per togliere il velo alle donne islamiche sono battaglie per levare loro anche ogni altro vestito? Non lo crediamo.
Una nota di biasimo anche per il signor Ferrara che come ha giustamente sottolineato l’On. Casini è passato dal difendere il diritto alla vita a difendere il diritto alla mutanda.
Personalmente credo che la vita privata di un politico conti complessivamente sul giudizio interente il suo operato, altrimenti perché dare il titolo di “Onorevole” se la condotta è indifferente e può essere intollerabilmente disonorevole?
La questione femminile in Italia non è un fenomeno di costume. Prima di tutto è un fatto culturale e poi politico. In tanti anni nulla è stato fatto nel nostro Paese per i diritti della donna. Questo governo ha avuto la possibilità di contrastare con i fatti le affermazioni e le accuse, ma pare che, da quel lato, non riescano a controbattere.
Scritto da M.F.
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