In occasione delle manifestazioni dedicate ai Carraresi di quest’anno anche una mostra dal titolo intrigante: Humanae Vanitates et Pompae che racconta la vanità e il lusso ai tempi della signoria.
Diceva il famoso autore de “L’autunno del medioevo” Johan Huizinga: “Se qualcuno riuscisse a scrivere la storia della vanità, conoscerebbe già la metà dell’intera storia della cultura”. Con questo presupposto va in scena, presso l’oratorio di San Rocco di Padova, un’esposizione di abiti e gioielli che pone l’accento sul lusso e sul valore che esso ha e ha avuto all’interno della cultura.
Riproporre in chiave moderna un abbigliamento e uno stile sofisticato e raffinato, in parte ispirato alle mode del medioevo e del periodo della signoria Padovana.
Lo fanno la padovana Alberta Vita e la Statunitense Meika Wagner, grazie a un preziosismo di lavorazione e ad una cura di ricostruzione storica, ma sempre con un tocco di modernità. Un tripudio di colori, forme armoniose, un surplus estetico da far invidia ai ricchi contemporanei, perché il lusso traduce sempre in qualcosa di concreto l’esaltazione della ricchezza, del potere, della cultura dominante.
Realizzati con l’aiuto di Mariangela e Cristina Maragotto, gli abiti si producono in una sovrapposizione di tessuti e drappeggi dalla linea morbida e con materiali che ispirano la sinuosità.
Si è inoltre scelto di esibire questi ornamenti e questi vestiti in un luogo in cui passato e presente potessero dialogare apertamente: l’oratorio di San Rocco con pareti affrescate tra il 1536 e il 1545, da Domenico Campagnola, Girolamo Tessari detto dal Santo, Gualtiero Padovano, Stefano Dall’Arzere e Johannes Stephan van Calcar.
La mostra che si inaugura l’11 febbraio rimarrà aperta fino al 20 febbraio. L’assessorato alla cultura di Padova e il consiglio di Quartiere n°1 hanno provveduto perché la mostra si realizzasse.
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