Chiara Maci: scelte, esperienze, passioni…

di Luca Bonacini

immagini di Alberto Zanetti

Bella, intelligente e solare, Chiara Maci affermata food blogger, consulente di aziende alimentari e presenza imprescindibile della trasmissione “Cuochi e Fiamme”, a cui partecipa dalla primissima edizione, si è licenziata dall’azienda nella quale lavorava una decina d’anni fa, per inseguire un sogno e una passione: cucinare.

Vissuta fino a 10 anni in Campania tra Agropoli e Sorrento, si è trasferita a Bologna e a Milano dove oggi vive. Forgiata da una laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna presso la Business School de Il Sole24Ore, un diploma di Sommelier AIS e un diploma ALMA presso la Summer School, ha un blog che viene sommerso giornalmente da centinaia di “Mi Piace”, e ha realizzato un primo volume di ricette insieme ad Angela sua sorella, tanti progetti che si stanno concretizzando, ma uno in particolare a cui tiene molto di cui però mi prega di non chiederle nulla: è il nuovo libro, sarà in libreria probabilmente in settembre. Ha appena partecipato al compleanno di Gualtiero Marchesi, uno dei suoi riferimenti assoluti, 82 anni celebrati in una bellissima festa ad Alma con una torta di riso con la foglia d’oro marchesiana. Conosciamola meglio:

Ha lasciato una carriera in azienda per intraprendere un attività in proprio, come le è venuta questa idea ?

Mi fa piacere che mi vengano fatte domande sul mio blog, la mia vita e il mio lavoro non sono solo ricette, ma anche contenuti e vissuto. Attraverso il web posso lanciare un messaggio di speranza all’80% delle persone che vogliono cambiare vita. Un percorso scolastico normale, quasi deciso dai genitori, un lavoro sicuro, poi nel tempo libero il divertimento della cucina, ma quando ho capito che questa passione poteva diventare un lavoro, contro il parere di tutti, e in un momento nel quale la cucina non era cosi di moda come oggi, ho deciso di licenziarmi. Sono cresciuta con il cibo intorno, cucinavo da bambina, a casa mia si decideva sempre tutto davanti a un tavolo, era importante per i miei, per mio fratello, per mia sorella, quale vino si sceglieva e che piatto si mangiava.

Nel suo blog rivela un lato bello di sé, si racconta ed è piena di consigli per le ragazze che  vorrebbero cambiare la propria vita. Quasi un inno all’autodeterminazione delle donne.  Quanto le da questo scambio, malgrado la sua giornata sia certamente intensa, riesce lo stesso a dedicare tempo a questa attività ?

Il primo anno del blog “Io in fila”era il 2007, mi raccontavo completamente, in una sorta di diario in rete privato, esprimevo le difficoltà di una 24enne, le difficoltà di farsi strada, e la difficile giornata di una stagista, fino a quando decisi di mollare tutto. Anche nel 2010 con l’altro blog lavoravo duro, scrivevo centinaia di ricette, volevo farmi conoscere, e ho dedicato tantissimo tempo a questa nuova attività, ma ho avuto anche un pizzico di fortuna avendo avuto la visibilità mediatica di “Cuochi e Fiamme”. Oggi nei corsi che tengo per diventare food blogger, incontro sempre persone che vogliono cambiare vita, e mi rivedo in loro. Mi chiamano la “paladina del licenziamento”.

Cuochi & Fiamme, è una trasmissione di successo dove lei sa distinguersi per eleganza e personalità. Insieme a Fiammetta Fadda prima, e ad Andrea Grignaffini poi, tenete la posizione molto bene, mentre intorno si moltiplicano i programmi di cucina che insegnano a utilizzare prodotti surgelati, e ingredienti industriali, e chi conduce non ha competenze tecniche. Ci racconta  come funziona una trasmissione televisiva e cosa succede nel back stage ? 

Ho partecipato fin dalla prima puntata di “Cuochi e Fiamme”, quella iniziale di Alessandro Borghese, anche se in realtà mi trovavo là per partecipare a un provino da concorrente. Ero imbarazzatissima, poi mi dissero che cercavano un giurato e io potevo andare bene visto che conoscevo la materia, in realtà le mie conoscenze non venivano da un’esperienza nella ristorazione, ma erano frutto di nozioni che avevo imparato nelle lunghe chiacchierate sul cibo che facevamo in famiglia. E’ una trasmissione che fa ottimi ascolti, funziona, e ogni tanto viene rivoluzionata aggiungendo o togliendo un giurato o modificando leggermente, aggiungendo un tocco di comicità. In quasi 400 puntate da quando nel 2010 è iniziato il programma è successo di tutto, e tra gli strani che ci sono capitati ricordo un concorrente che ci preparò una zucchina ripiena di mortadella frullata con le cozze, ed io essendo la prima dei tre giudici ero terrorizzata dal piatto che avrei dovuto assaggiare, non totalizzò certo un punteggio alto: un punto da tutti e tre, e lui venne a lamentarsi perché non avevamo capito il suo piatto. Normalmente i concorrenti la prendono in ridere. E’un gioco. Ma molti cercano di stupire con ingredienti difficili e non di uso comune, ultimamente tutti arrivano con lo zenzero, e ricette difficilissime, impossibili da eseguire in cosi pochi minuti neanche per uno chef arrivato.  

I libri che scrive hanno sempre successo. Ci parla del suo ultimo volume e del libro che avrebbe voluto scrivere ?

Il libro che avrei voluto scrivere, è quello che ho consegnato pochi giorni fa all’editore! Ne abbiamo fatto uno di ricette insieme a mia sorella, poi “Più gusto”, che è andato bene e ristampato. Ora finalmente ho concluso il libro che parla della mia vita, i miei primi 30anni, e le ricette che mi hanno accompagnato nella vita visto che mio padre è leccese e mia madre bolognese, un mix di culture culinarie che mi hanno sempre accompagnato. Uscirà a settembre per Rizzoli che mi ha dato carta bianca facendomi scegliere che cosa volevo scrivere, un emozione enorme. Tanti i temi personali affrontati nel libro: dalla cucina pugliese, a quella bolognese, emiliana, milanese, il cibo dello studente, quello della stagista, cosa diventa il cibo quando ti innamori e quando sei sola, corredato da ricette e fotografie realizzate da me.

Tre vini preferiti ?

Il miei grandi amori sono il Vintage Tunina di Jerman, e il Vino della Pace della Cantina di Cormons, adoro i Friulani, profumati, aromatici e persistenti come piace a me, senza essere eccessivi, senza diventare ruffiani, i vini troppo ostentati non mi piacciono, nè i traminer eccessivi, sono amante dei bianchi fermi, benché io sia ambasciatore del Dom Perignon, amo il Vermentino, e adoro i rossi corposi, anche il grande sud con il Taurasi e l’Aglianico …

Tre piatti preferiti ?

Per primo metto la Parmigiana di melanzane, un piatto che era un must a casa mia e che rappresenta la mia rinascita, perché non ne mangiavo da 22 anni; i passatelli; la zuppa imperiale; i tortelli; tutti i dolci al cioccolato.

Tre persone che sono state importanti nella sua carriera ?

I miei genitori vengono per primi, sono stati totalmente fondamentali nella mia vita e alla fine anche nella mia carriera. Non è difficile per me ricevere emozioni importanti dalle persone che mi circondano, mi metto completamente in ascolto quando mi accorgo che chi mi è accanto vale: sono riconoscente a Simone Rugiati che ha fatto l’alberghiera e mi insegna sempre mille cose, Fiammetta Fadda, Gualtiero Marchesi incredibile e sintetico con le sue poche intense parole, Luciano Tona ad esempio, persone che mi aiutano a migliorare. Ho lavorato benissimo con Andrea Grignaffini a “Cuochi e Fiamme” mi dà tranquillità. Luca Gardini poi è un amico, siamo cresciuti insieme, e i nostri genitori si conoscevano.

Gli chef preferiti ?

Ne conosco tanti e ne stimo molti, ma forse due in particolare: Gennarino Esposito e Antonino Cannavacciuolo, vado col pensiero alla Campania, sono molto verace, alcuni chef non sono propriamente dei comunicatori, ma sono autentici.

 

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