Imprese femminili, l'agricoltura è un settore in crescita

Creatività e innovazione si legano alla riscoperta della tradizione. In Italia è boom di imprese agricole a conduzione femminile, soprattutto nel Nord-Est.

donne e agricoltura

L’agricoltura è ormai da anni un settore al quale sono dedicati molti prestiti e finanziamenti agevolati, soprattutto per incentivare la creazione di nuove aziende. L’età media dei lavoratori in quest’ambito, infatti, è di circa 65 anni e manca il ricambio generazionale, ma un’inversione di tendenza arriva dalle donne. Sebbene si trovino ad affrontare numerose difficoltà, come il doversi prodigare affonnosamente nella ricerca delle assicurazioni auto più convenienti, a causa dei pregiudizi delle compagnie sulla loro condotta di guida, e siano ritenute spesso poco affidabili e vapaci sul lavoro sul lavoro, i fatti smentiscono queste falsità: le donne lavorano bene e sono ottime imprenditrici.

Sempre più lavoratrici in Italia, infatti, si reinventano imprenditrici agricole, creando modelli di business in cui la riscoperta della tradizione si lega all’innovazione e alla creatività. Secondo Coldiretti Donne Impresa, la regione che guida il boom è il Veneto, con il 30% di aziende a guida femminile nel settore. Un’assicurazione sul futuro della campagna e insieme una proposta per rigenerare un settore e un mercato spesso indietro rispetto alla concorrenza.

Dicevamo, le lavoratrici si reinventano imprenditrici. Già, perché molte di loro hanno anni di esperienza in altri mondi: “Molte imprenditrici sono laureate, con un percorso lavorativo alle spalle in altri settori che, a un certo punto, hanno scelto di avvicinarsi alla terra per diversi motivi. Qualche volta hanno ricevuto un’eredità dalla famiglia, altre hanno sviluppato una particolare sensibilità per il territorio”, afferma Franca Castellani, membro dell’esecutivo nazionale di Coldiretti Donne Impresa e rappresentante del Veneto.

La sfida che queste donne hanno davanti e che, nella maggior parte dei casi, ha un esito molto positivo, è reinventare la campagna trasformandola in un bacino di prodotti e servizi competitivi e di alto valore aggiunto. C’è chi si dedica alla produzione di cosmetici naturali, chi all’agroalimentare biologico, chi inaugura strutture di importanza sociale strategica lontano dallo smog cittadino, come gli “agriasili” e gli “ospizi di campagna”.

Tutte queste esperienze hanno in comune l’originalità, l’inserimento in nicchie di mercato promettenti, e la vocazione “glocal”, ovvero la capacità di coniugare il radicamento sul territorio con il successo nelle esportazioni. Esempi concreti, insomma, di come le donne costituiscano una risorsa preziosa per il rilancio dell’economia italiana.

Sono in molti, infatti, gli esperti del settore che dicono che per rilanciare l’economia italiana bisogna ripartire dalla terra e dall’agricoltura. Le nuove imprese agricole amministrate dalle donne possono giocare un ruolo importante in questa missione e sicuramente le ripercussioni positive farebbero sentire.

Al momento, la scelta di far partire un’impresa agricola nasce più che altro da una decisione personale, ma nei prossimi anni ci si augura di assistere alla realizzazione di un piano strutturato di investimenti nel settore, magari con fondo di finanziamenti dedicati alle donne.

Gli esperimenti del microcredito all’imprenditoria femminile già cominciano a dare i loro frutti, infatti, e sono sempre di più le aziende aperte dalle donne. La parità dei diritti è necessariamente al centro del futuro del mercato del lavoro, ma dalle parole bisogna ora passare ai fatti.

 

Offerte AbanoRitz