E Frattini dichiara: “Minacce contro l’Italia sono solo propaganda”. L’anti-italianità è sempre stato, secondo il ministro degli esteri italiano, un buono strumento di propaganda in Libia.
Cosa sta succedendo all’Italia?
Intanto però avevamo siglato patti di amicizia con quel Paese e di servilismo economico nei confronti di un Rais e di un dittatore. Servilismo che ci aveva visti costretti a pagare loro importanti opere pubbliche che sono state di recente bombardate.
Il ministro Frattini esclude, al contrario di quanto aveva fatto per l’Iraq, un intervento militare. Perché c’è dittatore e dittatore. Ad alcuni si bacia la mano, ad altri no. Certo l’opinione del ministro degli Esteri italiano ha perso un po’ di valore da quando non ha saputo assolutamente cosa dire alle intelligence straniere dopo le prime rivolte libiche. E da quando ha dimostrato di non avere neppure un vago sentore di cosa stava accadendo in due dei Paesi del nord-Africa con cui l’Italia aveva più rapporti: Libia e Tunisia.
Gheddafi nel frattempo sente odore di vittoria nell’aria. Parla alla televisione e si dice certo di una rapida conclusione a suo favore della guerra civile che esplosa in quella nazione.
Devo dire che guardo con disgusto al modo in cui l’Italia e il suo governo sta gestendo questa faccenda. Ciò che sembra è che la nostra Nazione sia debole e fortemente dipendente da un uomo solo: Gheddafi. Pur di non mancare il carro del vincitore abbiamo rinunciato a prendere posizione. Come al solito tacitamente appoggiamo un dittatore che ormai spadroneggia nella nostra economia.
Bisogna essere realisti, certamente. Ma non ci si può impedire di guardare con disapprovazione al modo in cui l’Italia, tutta concentrata su problemi interni di attricette ed escort, abbia di fatto smesso di occuparsi seriamente della situazione del Mediterraneo, sottovalutando l’ondata destabilizzante che la crisi economica mondiale avrebbe portato in quelle zone.
Gheddafi nel frattempo, dopo aver bombardato a lungo il suo popolo, sembra sul punto di riprendere il controllo del Paese. Seguiranno azioni che definire disumane è dir poco. Di questo siamo certi. Come quelle appena attuate dal Rais.
Abbiamo forse perso l’occasione di deporre un dittatore e di rendere la zona a Nord del Mediterraneo un partner democratico e favorevole all’Italia. Che ne pensate del modo in cui l’Italia ha gestito il problema? Troppo tardi per intervenire?
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Scritto da M.F.