Fusione fredda: parla il fisico sperimentale Sergio Focardi

In una breve intervista che vi proponiamo, il fisico sperimentale Sergio Focardi, illustra il metodo usato per ottenere energia dalla fusione “fredda” tra nichel e idrogeno.

"fusione fredda sergio focardi"Il professore emerito di fisica sperimentale Sergio Focardi è il socio dell’ingegnere chimico Andrea Rossi. I due stanno cercando di brevettare il primo strumento in grado di produrre energia da fusione fredda.

Nato nel 1932 Sergio Focardi è professore emerito all’Alma Mater di Bologna e rappresenta il maggiore esperto italiano in campo di sperimentazione per quanto riguarda la fusione fredda. In passato il professore si è già occupato di questo processo e nell’intervista che vi proponiamo dichiara di aver collaborato anche con l’Università di Siena e che i risultati ottenuti allora riuscivano a duplicare l’energia in entrata. Dei risultati li aveva ottenuti anche in passato, quindi. Solo che l’energia d’uscita, pur se duplicata, era di tipo termico. Nel processo di trasformazione in energia elettrica in seguito attuato si perdeva ogni beneficio ottenuto.

Il professore spiega anche che il processo viene definito Fusione nucleare fredda per i seguenti motivi:

  • Si attua un processo nucleare nel momento in cui si trasforma, attraverso l’idrogeno, il nucleo di nichel per ottenere rame: Ni + H = Cu
  • Questo processo nucleare che normalmente si ottiene solo ad elevatissime temperature è stato ottenuto a 60/70 gradi

Il professore Focardi specifica inoltre che l’energia termica ottenuta dalla reazione è dalle trenta alle duecento volte superiore a quella usata per innescare la reazione. Il merito della riuscita dell’esperimento, spiega, è per la gran parte legato ad un additivo in possesso dell’Ing. Rossi e all’aumento della superficie di reazione del nichel, dal momento che si è iniziato ad usarlo non più in barre, ma in polvere.

Ancora non è del tutto chiaro se ciò a cui siamo di fronte sia una svolta epocale, o una terribile bufala. Ciò che è certo è che il progetto sta facendo gola a molti investitori anche all’estero, per esempio in America.

L’e-cat, nome dato allo strumento col quale si produce energia dalla catalizzazione di nichel e idrogeno, ha ormai molti fan e molti detrattori. Se volete seguire l’evolversi della questione ecco un indirizzo utile: http://www.ecatnews.net/. Rimaniano in attesa di ulteriori sviluppi dopo il brevetto.

Intanto si è già rotto il sodalizio con la prima industria, la greca Defkalion, che aveva dichiarato di voler investire nel progetto. Pare che la società greca non abbia abbastanza denaro per produrre l’impianto da un megawatt promesso e neppure per la produzione in serie dell’e-cat. Comunque sembra che Rossi, che ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti e ha una piccola società a Miami, abbia già preso accordi con una società americana per il test da un megawatt che si terrà in ottobre. Probabilmente la società è la Ampenergo e al test parteciperanno anche scienziata della Nasa.

2 Comments

  1. Pietro Petesse

    Io so come mai si innesca la fusione tra il Ni e l’H.
    Prego procurarmi l’indidrizzo degli interessati: li contatterò ed esporrò la mia spiegazione.
    Cordiali saluti
    Ing. Pietro Petesse (Foligno)

  2. Pietro Petesse

    FUSIONE FREDDA IDROGENO – NICHEL.
    PERCHE’ AVVIENE

    La molecola di idrogeno.
    I due atomi che la compongono hanno un’energia di legame pari a 104 Kcal / mole, che pesa 2 grammi e quindi l’energia di legame vale 52 Kcal per grammo.
    Se ad una corrente di gas viene fornita, anche per via termica, una tale quantità di energia, tutte le molecole si dissociano in singoli atomi di Idrogeno.
    Il calore specifico dell’idrogeno a pressione costante vale circa: c = 3,5 Kcal / kg per grado, per un buon intervallo di temperatura.
    Il nichel fonde a 1726 gredi kelvin.
    Dunque, per portare un grammo di idrogeno a 1500 gradi Kelvin occorre fornire una quantità di calore Q = 3,5*1500 = 5,25 Kcal. Tale calore non sarà sufficiente a dissociare tutte le molecole di quel grammo di idrogeno ma, per via delle leggi dell’equilibrio chimico, certamente una piccola parte sì.

    Velocità degli atomi di H.
    Dalla fisica sappiamo che, elaborando l’equazione di Joule-Clausius, si ottiene la velocità quadratica media delle molecole di un gas a qualunque temperatura.
    Per l’idrogeno si ha
    v^2 = 3*R*T / M
    dove R = 8,31 , T = 1500 gradi Kelvin in questo caso e M = peso di una mole espresso in kg, pari a 0,002 kg appunto.
    Sostituendo si ottiene v = 4324 metr/secondo, cioè 4,32 km al secondo, che non è affatto una velocità trascurabile.
    Assumo che la velocità degli atomi di H formatisi dalla parziale dissociazione delle molecole, come sopra descritto, sia pari al doppio, poiché il peso di una mole di atomi è pari alla metà.

    L’energia cinetica di 1 atomo di H che viaggia a 8,6 km/sec vale 6,17 fratto 10^20 kilogrammetri, cioè 6,058 fratto 10^-19 joule.

    L’energia di ionizzazione di 1 atomo di H vale 217,3 / 10^13 erg = 2,173 / 10^18 Joule = circa 3,5 volte di più dell’energia cinetica posseduta alla velocità di 8,6 km/sec e quindi in quelle condizioni l’atomo di H deve considerarsi ancora non ionizzato, data la nota intercambiabilità di ogni forma di energia, a questi livelli.

    I “proiettili H”.
    I pochi atomi di H originatisi dalla dissociazione, viaggiano dunque alla bella velocità quadratica media di circa 8,6 km al secondo, ma qualcuno di essi statisticamente addirittura ad una velocità anche maggiore.
    Per quanto sopra dimostrato, tali proiettili sono atomi neutri
    Sono questi proiettili, atomi di H, neutri, non ionizzati, che colpiscono il reticolo cristallino degli atomi di Nichel, non ostacolati da repulsioni elettrostatiche, e vi penetrano dentro.
    La nube elettronica dell’idrogeno è molto più grande di un singolo nucleo di nichel, e può comportarsi da schermo elettrico proteggendo e favorendo la penetrazione del protone di H che alla fine andrà a collidere con uno di tali nuclei, realizzando un urto anelastico.

    La reazione nucleare.
    Supponiamo che il nucleo colpito sia l’isotopo più diffuso, cioè il Nichel 58, cioè l’isotopo che ha 28 protoni è 30 neutroni.
    Il suo peso atomico vale 57,9353358 unità di massa atomica. Con lurto anelastico di un atomo di H (che pesa 1,00782522 u.m.a.) il peso momentaneo diventa pari alla somma e cioè 58,943161 uma, ed i nucleoni diventano 59, cioè uno in più di prima.

    CON TALE NUMERO DI NUCLEONI ESISTE L’ISOTOPO DEL RAME, QUELLO CHE HA 29 PROTONI, CIOÈ UNO IN PIÙ DEL NICHEL DI PARTENZA. TALE ISOTOPO PESA 58,939493 UMA, CIOÈ 0,003668 UMA IN MENO !
    Analogamente si ha con gli altri isotopi del nichel.

    Dunque il fenomeno di transizione dal nichel al rame è possbile e spontaneo ed in un attimo il peso momentaneo dell’atomo di nichel si annichilisce parzialmente liberando il difetto di massa di 0,003668 uma e sgonfiando leggerissimamente la massa di ciascuno dei suoi nucleoni.
    Da qui la liberazione di enormi quantità di calore.
    Se 1 grammo di nichel, cioè circa 1*10^22 atomi, subisce tale fenomeno, si annichiliscono 3,668*10^19 uma, cioè circa 6 fratto 10^5 grammi.
    Sembra poco, ma l’energia connessa a tale difetto di massa vale 1,3 milioni di Kcalorie, equivalenti alla combustione di 130 kg di gasolio

    Sono possibili anche altre reazioni nucleari analoghe.

    Ing. Pietro Petesse

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