È di nuovo l’8 marzo e anche quest’anno, come tutti gli anni, mi sono trovata di fronte al terribile dilemma: lamentarmi di non aver ricevuto le mimose oppure no? Perché lamentarsi? In fondo dietro questo lamento si cela solo l’insoddisfazione di non essere state apprezzate o ricordate. In fondo, ci sono reali motivi per cui si debba festeggiare oggi una donna?
Non è forse più importante spendersi per ottenere dei diritti. Se invece di un marito che mi regala un rametto di mimosa mi trovassi di fronte un marito che mi dice: “Non preoccuparti cara, stasera stiro io, lavo io la biancheria, almeno la mia. E anzi, sai che ti dico? Da oggi facciamo a metà. Perché non ritengo giusto che tutto il carico familiare poggi sulle tue spalle. Baderemo insieme ai figli e mi prenderò cura io della mia anziana madre. Sai però cosa? Non ti ho fatto il rametto di mimosa!” Non sarei più contenta? Che dite? Che senso ha la festa della donna? Cosa festeggiamo? Ultimamente sembra diventato un lamento collettivo di noi donne fatto una volta all’anno. Ricordo l’anno scorso, era il 13 febbraio quando siamo scese in piazza per i nostri diritti. È stato un 13 febbraio che ricorderò più di qualsiasi altro otto marzo della mia vita. E voi? Davvero è così importante questa festa?
Aggiungo due considerazioni. La prima è che mi sono piaciuti moltissimo gli spot trasmessi alla radio sulle pari opportunità, qualcuna di voi ce l’ha presente? Quello che propone un’esercitazione ai maschietti e alla fine si conclude con “congratulazioni allora siete delle vere donne”. L’ho trovato ironico e veramente bello per far capire sui disagi che ogni giorno una donna deve vivere per arrivare a casa senza correre il rischio di essere violentata, o per vestirsi in modo adeguato che non sia né provocante né sciatto.
La seconda è che mi fa piacere almeno oggi sentirmi speciale. Mi fa piacere che almeno oggi i miei problemi di donna possano essere discussi e perfino commiserati. Mi sta bene. Ma almeno domani, possiamo finalmente concentrare gli sforzi di tutti per fare qualcosa per eliminare la disoccupazione femminile, eliminare le lettere di dimissioni in bianco, parificare il lavoro familiare, dare un’opportunità di paternità agli uomini e permettere ad una donna di vestirsi come si vuole, girare quando vuole lungo qualsiasi strada senza per questo colpevolizzarla? O bisogna aspettare il prossimo 8 marzo per segnare sull’agenda politica la voce “DONNA”?
E voi cosa ne pensate? Vi lascio con una frase non mia, ma che amo associare alla Festa delle donne: auguri a noi che piangiamo di gioia e ridiamo per non piangere, a noi che nelle salite della vita riusciamo a trascinare pesi enormi per poi crollare nelle discese, auguri a noi che amiamo tanto senza riserve e non facciamo scorta di niente. Essere donna è la nostra grande forza!
A proposito: la foto che vi proponiamo riguarda la prima giornata mondiale della donna festeggiata in Italia…