Donna giudicata volitiva e vanitosa, Eleonora Duse è da tutti considerata la più grande attrice europea del periodo a cavallo tra ottocento e novecento, tanto da ispirare con la sua personalità conturbante anche il dramma di Anton Cechov “Il gabbiano”.
La mostra
La fondazione Cini di Venezia le dedica una mostra a Firenze, “Eleonora Duse – un viaggio intorno al mondo“, nella quale sono esposte fotografie inedite, oggetti, abiti e lettere che raccontano molti retroscena della vita dell’attrice teatrale.
Ne emerge il ritratto di una donna diversa da quella raccontata dalla storia, non una femme fatale, ma una figura fragile e, pur se attenta all’apparenza e parsimoniosa, anche grande artista e padrona della scena, capace di innovare il mondo della scena scarnificando la gestualità e introducendo il concetto di verità sul palco.
La vita
Nata a Viareggio da una coppia di attori veneziani, ha calcato le assi del palcoscenico fin dalla tenerà età di quattro anni. Ha eletto da subito Venezia a sua patria e città ideale. Ha avuto molti amori alcuni dei quali rimarranno eterni e hanno lasciato segni anche indelebili nel panorama della letteratura del nostro Paese.
Prima il rapporto con Arrigo Boito e poi con il Vate, Gabriele D’Annunzio, molto più giovane di lei, amante piacione che la farà innamorare in età già matura. Ed è sempre la figura della Duse che è possibile riconoscere in Foscarina, donna al tramonto, il cui corpo “Non più giovine, ammollito da tante carezze” non regge il confronto con quello della più giovane Donatella.
E tanto fu legata al suo amato Gabriele che nell’intimità la chiamava Ghisola, da spendere e investire per lui molti quattrini che la getteranno sul lastrico costringendola quasi settantenne a intraprendere una forzata tournè teatrale in America dove muore per una malattia respiratoria nel 1924.
Il teatro
Come madre trascurò sempre i propri figli. E come amante seppe tirar fuori la sua femminilità e le sue debolezze e fragilità solo amando D’Annunzio. A lui ha regalato l’ispirazione per scrivere di Foscarina, a noi la sua dote recitativa elegante, capace di innovare introducendo il concetto di verità sulla scena. Meno trucco, gesti meno appariscenti e un’immedesimazione maggiore che passava attraverso la cura di numerosi particolari come i vestiti. Preferiva abiti larghi, molli e cadenti che potessero attenuare le pose allora in voga.
Ha amato molto il Veneto la Duse eleggendo Asolo a sua meta ideale. Quella cittadina la ricorda con devozione. Lì è anche la sua tomba. E poi Venezia nel suo appartamento di palazzo Barbaro-Wolkoff sul Canal Grande. Forse per questo la nipote Suor Mary Mark ha deciso di lasciare all’importante fondazione della società il patrimonio fotografico e documentale della diva che cercò di fare della sua vita arte e di tradurre nell’arte quanto c’era di vero nella sua vita.
La mostra, curata da Maurizio Scaparro e Maria Ida Biggi, rimarrà aperta e visitabile fino al 17 aprile 2011 si terrà a Firenze presso il Teatro La Pergola.
Guarda la galleria Fotografica che Ilsitodelledonne dedica a Eleonora Duse.
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