Donne, politica e società: il motore del cambiamento

DONNE,POLITICA E SOCIETA’: NUOVI SCENARI-PRIMO INCONTRO

Tra Maggio e Giugno del 2010, a Padova, è stato organizzato dalla Fondazione Marisa Bellisario, con il contributo della Regione del Veneto, un ciclo di incontri formativi incentrati sul definire il nuovo ruolo che la donna sta acquisendo all’interno della società, anche lavorativa, e le prospettive avvenire.
I temi affrontati, dal sistema dei partiti al ruolo della donna, dal leadership al lobbying, hanno voluto fornire indicazioni utili ad una maggiore partecipazione delle donne alla politica, rivolgendosi in modo particolare alle Associazioni Femminili, alle imprenditrici, alle manager, alle studentesse universitarie, alle componenti dei Comitati per le Pari Opportunità, il tutto con la partecipazione di esperti, docenti universitari e esponenti dell’ambiente politico, imprenditoriale e associativo.

Partendo dall’analisi dell’evoluzione del ruolo che le donne stanno ricoprendo nell’ambito lavorativo, dalla finanza, alla politica fino alla Pubblica Amministrazione, il prof. Vittorio Filippi cerca di tracciare quali siano le difficoltà ancora da risolvere per ottenere una concreta parità tra i due sessi.
Negli ultimi anni si è riscontrata una maggiore simmetria dei comportamenti tra uomini e donne: più amore, più amori, più sensualità e sessualità, pur nella persistenza di differenze di genere, e si è andata creando e consolidando quella che è definita “womencomics”, ovvero un’economia in cui le donne sono viste come elemento portatore di fattori positivi, ottenendo conseguentemente più crescita, più soddisfazione, minore vulnerabilità, e perfino più lavoro femminile e più figli.
La rivoluzione è iniziata proprio nelle case, passando, infatti, dal destino al progetto, dal “per sempre” al “si vedrà” e i tre indicatori di questo cambiamento sono rappresentati da una maggiore denuzialità, denatalità e divorzialità, modificando l’identità semplice e riflessa-subordinata di ieri in una che ora si presenta come incompiuta, complessa e molteplice.
Nel mercato del lavoro, però, la presenza delle donne è ancora insufficiente, con troppe uscite anticipate e una ancora persistente segregazione dei livelli; viceversa è riscontrato un maggiore lavoro tra le mura da casa, circa 80 minuti in più degli uomini, causato dall’asimmetria dei lavori domestici. Piccola parentesi da aprire riguarda quella fetta di donne migranti, donne “nuove”, quasi due milioni, che possono essere lavoratrici, badanti o colf, ma anche mogli e madri dell’Italia multietnica o, in casi sfortunati, prostitute e donne sfruttate.
In ogni caso le donne, superando l’idea delle suffragette, stanno passando dalla partecipazione alla leadership politica, con conseguenze spesso impreviste, come una maggiore spesa sociale e da qui la proposta di nuove “quote rosa”; inoltre, nonostante la longevità, il tempo manca e si supplisce con flessibilità e faticose ricomposizioni che però tolgono spazi di vita e riducono la fecondità, il tutto senza considerare la violenza spesso subita che, secondo dati istat, riporta il dato di circa 7 milioni di donne vittime di violenze fisiche/sessuali, delitti “d’amore”, uxoricidi, femminicidi, 119 nel 2009, ma anche maltrattamenti femminili e figlicidi. In conclusione si possono trarre tre caveat, ovvero una disparità di genere, l’impallidimento del ruolo maschile e il ripensamento della femminilità.

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