Donne nei cda: migliaia di firme

Il cammino lungo e pericoloso per vedere più donne nei CDA.

"donne nei cda: no di marcegaglia"Sono state inviate migliaia di firme al Presidente del Senato Renato Schifani e al presidente della commissione finanza intasando le loro caselle mail. Tutto perché vigilassero sull’attuazione della Legge che serve per riequilibrare la partecipazione femminile nei CDA delle aziende quotate e in quelle a partecipazione statale.

C’era da aspettarsi uno scontro politico su questa materia. Oggi le parole di Giovanardi ci hanno un po’ infastidito quando ha dichiarato “Povero quel paese che ha bisogno delle quote rosa

Accolte in parte le istanze delle parti più forti: Confindustria, Ania e Abi: infatti la quota del 30% dovrà essere raggiunta entro il 2015. La legge, così com’era stata pensata, prevedeva un cambiamento immediato.

L’altro punto su cui si chiedeva di vigilare, l’entrata in vigore di sanzioni per quelle società che non attuassero nei termini previsti il ricambio con manager donne, è ancora oggetto di contesa.

Lella Golfo, promotrice della legge, in forza al PDL, si è detta scontenta per la mancata realizzazione della stessa. Purtroppo l’attenzione mediatica portata non è servita a modificare la riduzione della portata della normativa.

Critiche anche le imprenditrici che forse vedono con disappunto la mancata presa di posizione di Emma Marcegaglia che, in questo senso, si comporta come protettrice dei privilegi maschili.

Complice la recente scesa in piazza di molte donne, che brandivano gli slogan anche perché una legge simile venisse rapidamente approvata, le reazioni delle imprenditrici sono state veramente dure: “Vergogna”.


Scritto da M. F.
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