Un libro atipico, originale, che ha “una sola finalità, quella di testimoniare una realtà corporea che si specchia per mostrare anche la sua natura interiore, silenziosa come un soffio, un vento leggero che gli antichi chiamavano ànemos, spirito, io”, come afferma Giovanna Ioli dell’Università di Torino nella prefazione all’opera. Il volume raccoglie 44 ritratti fotografici di Daniele Mendini, ciascuno accompagnato dal nome di battesimo del protagonista, da una foto dell’infanzia e da un piccolo oggetto caro o rappresentativo della vita della persona. E chi sono i protagonisti? Sono artisti, avvocati, giornalisti, attori della contemporaneità non solo veronese. Volti noti e sconosciuti, ai quali è stato tolto ogni riferimento “sociale”, dalla professione al cognome, per lasciare pura e sintetizzata, l’impressione dell’anima. Pochi pensieri distillati da un’intervista realizzata da Emanuele Delmiglio vengono artisticamente tracciati da Laura Toffaletti in una grafia personale, unica, scelta appositamente per il protagonista cui si riferisce. Scrive ancora Giovanna Ioli nell’introduzione: “Nel silenzio dello specchio fotografico, nel silenzio della grafia, nel silenzio di talismani come marchio d’identità, si celebra così un vagheggiato ritorno alla sobrietà, all’essenza e, dunque, un rifiuto delle fanfare, dei coriandoli e di tante moderne inutilità, incapaci di mostrare i segni di una vita altra e non corruttibile. Perciò questo libro è anche un’isola dove vige un principio caro a Musil, dove idealità e morale sono i mezzi migliori per colmare il gran buco che si chiama anima: un luogo dove persistono esistenze moltiplicate dai rispecchiamenti, scelte solo per rappresentare la storia di un’anima “originaria”, disarmata e innocente, che non sa e non vuole nuocere, come vuole l’etimologia, ma testimoniare la vera essenza, quella che andrà anche oltre la soglia della mortalità”. 44 volti, 44 storie, 44 universi… 44 Anime