Gli Stati Uniti sono il territorio più prolifico per la nascita e lo sviluppo di attività imprenditoriali tutte al femminile, seguono Australia e Germania.
Le donne del tredicesimo secolo stanno facendo di tutto per dissociarsi dall’appellativo di “sesso debole”. Lo dimostra anche il nuovo indice mondiale – il Gender-GEDI, introdotto da Dell e ripreso dalla rivista statunitense Forbes – che misura le potenzialità femminili nella guida di un’attività imprenditoriale, prendendo in considerazione fattori come l’istruzione, la possibilità di attivare un finanziamento, oggi facilitato dagli strumenti in rete che mettono i prestiti presenti sul mercato a confronto, e l’incidenza di fattori socio-culturali.
A svettare nella classifica delle donne in possesso dei requisiti per guidare un’attività ci sono le americane – sono infatti circa 8,6 milioni le aziende negli Stati Uniti con una leadership tutta al femminile – a cui fanno seguito australiane e tedesche. Le italiane non compaiono nemmeno nella classifica, elaborata sulla base del nuovo indice Gender-GEDI, dei 17 Paesi che offrono le maggiori potenzialità lavorative alle donne. Forse la causa è l’enorme difficoltà di ottenere un finanziamento, che da anni colpisce il nostro Paese con profonde ripercussioni su tutto il tessuto economico-produttivo.
Eppure, dall’indice si può vedere come il settore creditizio non sia l’unico elemento che influenza la classifica. Ad esempio, nonostante in Messico solo il 22% delle donne sia titolare di un conto corrente, il Paese si classifica quinto tra quelli in cui diventare imprenditrici risulta più facile. Allora quali sono gli altri fattori inclusi nella valutazione? Quelli culturali, ad esempio: a Tokyo, capitale di uno dei paesi più industrializzati del mondo, solo il 9% delle imprese sono guidate da una donna.
Niente a che vedere con gli Stati Uniti quindi, dove quasi la metà delle attività imprenditoriali sono in mano a un manager di sesso femminile (46%) e dove il dato è in continua crescita. Si stima infatti che, tra il 1997 e il 2013 il numero di imprese di proprietà di donne sia aumentato del 59%. Qui, le 5 città che offrono le migliori prospettive di carriera per una donna sono New York, Houston e Dallas, seguite da Washington e Atlanta.
Dal confronto, emerge che abbiamo ancora molto da imparare dai nostri colleghi d’oltreoceano. Le donne, a dispetto di vecchi e offensivi pregiudizi, potrebbero portare un contributo notevole alla nostra economia in crisi. Mamme, casalinghe, e lavoratrici allo stesso tempo, non siamo certo estranee ai concetti di efficienza, puntualità e professionalità. Invece di ostacolare la componente femminile nel mondo del lavoro, chi è intelligente dovrebbe considerarla un’opportunità di crescita per il paese e per la sua economia.
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