Sul web e sui giornali soprattutto della stampa estera imperversa la polemica: è giusto dire ai bambini che Babbo Natale in realtà non esiste? Ecco i fatti che hanno scatenato una polemica su facebook e sui principali mezzi di comunicazione europei e statunitensi.
Un giornalista di Fox News dopo l’ennesimo servizio sui centri commerciali svela al pubblico che in realtà Babbo Natale non esiste. Apriti cielo: una valanga di telefonate e un tam tam su facebook tartassa la redazione dell’emittente televisiva. Ma perché tanti genitori sono rimasti sconvolti da questa rivelazione?
Cosa rappresenta Babbo Natale per noi oggi e per i nostri figli? La speranza? Forse che in tempi di crisi in cui perfino i giocattoli si affittano, farsi forza della favola del babbino buono che porta doni a tutti indistintamente, poveri e ricchi, è un modo per gettare il cuore oltre l’ostacolo e sperare che un giorno sarà veramente così?
La psicologia
Secondo gli psicologi quella di babbo Natale e della sua esistenza non è una bugia, ma quella che in gergo si chiama favola educativa. Proprio quando il bambino capisce da sé che il buffo signore panciuto non esiste si è di fronte ad un periodo di passaggio nell’evoluzione e nella crescita: finisce l’infanzia. Questo momento iniziatico è diverso per ognuno di noi. Alcuni non ci cascano più già a sei anni, altri ci credono ancora a dieci. In fondo la logica dice ai bambini che non esiste. E voi vi ricordate quando avete scoperto che non esisteva? O vi ricordate quando lo hanno scoperto i vostri figli? È stato traumatico o l’hanno digerito in fretta?
La filosofia
Rimane il dilemma: tanto più che affermare “Babbo Natale non esiste” sarebbe una sentenza falsa dal punto di vista logico. Non solo perché in realtà esiste un essere umano che lo interpreta. Non solo perché la logica non distingue tra personaggi reali e personaggi di fantasia (con lo stesso principio dovremmo affermare che non esiste alcuna divinità); ma anche perché ad essere falso è ciò che Babbo Natale fa: non passa dai camini e non consegna doni a tutti indistintamente.
La letteratura
Qualsiasi narrazione, come ci ha insegnato Wordsworth quel dì, passa attraverso un processo che si chiama “sospensione della credulità”. Grazie ad esso si instaura un patto tra chi racconta e chi ascolta nel quale chi ascolta è come se affermasse: “so che mi racconti una storia e che quello che mi racconti è frutto della tua fantasia, ma per il breve periodo di tempo in cui me la racconti o si parla di essa, farò come se tutto ciò che si dice sia vero”. Ed è proprio grazie alle favole infantili che l’essere umano apprende inconsciamente questo processo.
Insomma dire che Babbo Natale non esiste? Non dovreste mai farlo. Lasciatelo capire ai vostri figli da soli. Sarebbe meglio per tutti. Se poi nel vedere sfilare centinaia di tizi vestiti da babbi natale alla tv provocasse in loro la domanda fatidica: ma quanti Babbi Natale ci sono, ricordate di raccontare sempre la stessa storia, o minereste la vostra credibilità.