Per gli avvocati anglosassoni e americani la concorrenza arriva niente di meno che dal web.
L’idea di mettere gli avvocati online agevolando procedure burocratiche e telematizzandole è venuta a uomini come Charley Moor che, sfruttando le possibilità del social networking e quelle offerte di recente da un programma google simile a google docs, è riuscito ad accaparrarsi una buona fetta di mercato.
Il sito creato da Moore si chiama infatti Rocket Lawyer e si stima che abbia circa 70 mila utenti al giorno muovendo un ciclo d’affari di 10 milioni di dollari. Il sito si basa sulla collaborazione di 20 mila avvocati che seguono le pratiche a seconda della loro specializzazione e della loro posizione geografica.
Il costo? Si aggira sui 20 dollari al mese. Una cifra che si sarebbe ben felici di pagare ad un avvocato per ovviare a fastidiosi contenziosi spesso lunghi e difficili. Viene subito da pensare: che differenza con lo scenario italiano.
Ma Rocket Lawyer non è l’unico portale di questo tipo. In Inghilterra è attivo My Lawyer, mentre a far concorrenza oltreoceano a Moore c’è Legal Zoom, fondato addirittura nel 2001.
Che dire? Non ci resta che sperare che anche in Italia arrivi uno strumento simile. Sarebbe una vera benedizione.