Aprire un sito di #e-commerce al femminile? Ecco cosa sapere

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Qualora vogliate aprire un sito di e-commerce al femminile, è bene che sappiate quale leggi regolano questo mercato

L’e-commerce è uno dei pochi settori che va sempre più in espansione e che allo stesso tempo si modifica in corso d’opera. Grazie al commercio elettronico si è assistito ad un progressivo aumento degli utenti che scelgono di affidarsi alle carte di pagamento elettronico mettendo American Express e i suoi prodotti a confronto con quelli di Visa, CartaSì o di altri istituti, e abbandonando via via il denaro contante. Scegliere la migliore carta di credito, infatti, significa scegliere una soluzione di gestione del proprio denaro che ci permetta di seguire in modo sostenibile le nostre esigenze e le nostre necessità. Oltretutto, il mondo dell’e-commerce è sempre più pericoloso rispetto a quello del commercio tradizionale perché proprio a causa dell’intermediazione virtuale della tecnologia, vengono a mancare determinate sicurezze soprattutto all’utente.

Gli utenti, infatti, utilizzano in massa i siti di e-commerce, ma molti fanno un passo indietro perché impauriti dai rischi del web: secondo quanto espresso da Roberto Liscia, fondatore di Netcomm, si apprende che gli ostacoli che gli utenti considerano negli acquisti online sono il non poter toccare con mano i prodotti scelti, l’intangibilità del denaro, la paura di effettuare i pagamenti online, la paura di non ricevere i prodotti e di non poter avere diritto al recesso.

I timori aumentano, poi, quando si pensa alle possibilità di truffa o di clonazione della carta di credito, alla tutela della privacy e alla sicurezza dei dati personali. Queste sono infatti le questioni più controverse e i problemi più diffusi per quanto riguarda il comune uso della tessera di pagamento.

Molte di queste sono paure recondite di chi magari non ha un buon approccio con la tecnologia ma il rischio di essere frodati quando si acquista online (e anche quando si vende) è sempre presente. Proprio per questo l’Antitrust è intervenuta in merito e ha delineato alcune delle modifiche che intende fare per regolamentare maggiormente le vendite online.

Seguendo una direttiva europea, l’Antitrust ha fatto sapere che dal 14 giugno molte cose legate all’e-commerce cambieranno: prima di tutto, qualsiasi contratto telefonico avrà validità solo dopo che l’acquirente lo abbia firmato.

In questo modo anche se il contratto viene aperto per telefono o su internet, finché non vi è apposta la firma (digitale o tradizionale) del richiedente, questo potrà anche rifiutare di accettare. L’Antitrust sta anche lavorando sulla trasparenza e sulla completezza dell’informazione che il venditore online deve avere nel pubblicizzare e nel presentare i suoi prodotti.

Il venditore infatti, sarà tenuto a comunicare ed esplicitare tutti i costi del prodotto inclusi quelli extra, un po’ come non avviene quando si acquista un biglietto online per l’aereo: d’ora in poi, il sistema di scelta dell’assicurazione di viaggio dovrà essere impostato in maniera diversa rispetto ad ora e l’acquirente dovrà firmare a parte il contratto assicurativo.

Per quanto riguarda proprio l’e-commerce, l’Antitrust ha modificato i tempi di consegna e le condizioni di rimborso in caso di recesso dall’acquisto. Adesso, infatti, le consegne devono avvenire entro 30 giorni dalla data dell’acquisto passati i quali il compratore può anche decidere di recedere.

Ogni danno causato alla merce sarà a carico del venditore finché l’acquirente non ne sia in possesso. Quest’ultimo, poi, avrà 14 giorni di tempo (e non più 10) per mandare la richiesta di recesso dall’acquisto al venditore. Questa operazione, sarà facilitata perché adesso il modulo per richiedere il rimborso sarà un modulo universale.

Tra le modifiche in seno alla direttiva, c’è anche quella che l’Antitrust controllerà le pratiche scorrette anche in ambito energetico prevedendo multe fino a 5 milioni di euro.

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