Alda Merini è ed è stata una delle poetesse più grandi dell’ultimo secolo in Italia e forse in Europa. Due grandi tematiche esistenziali sottendono la poetica di Alda Merini: la religione e la follia.
Molte volte ricorrono nella sua poesia queste tematiche perché quella di Alda Merini, come lei spesso ricorda, è stata una vita in cui ha conosciuto il profondo dolore della follia e un riscatto nella fede, nella poesia e nell’amore.
Nata a Milano il 21 Marzo del 1931 da una famiglia di condizioni modeste. Durante l’infanzia mostrò un carattere chiuso e malinconico e una passione per lo studio che, dirà lei,”Fu sempre una mia parte vitale”, nonostante non riesca ad entrare al liceo Manzoni perché non passa l’esame di Italiano. I suoi studi sono anche musicali, poiché si dedica allo studio del pianoforte.
A quindici anni esordisce come artista grazie a Giacinto Spagnoletti e inizia a manifestarsi il male mentale che si porterà dietro per tutta la vita. Viene internata in un istituto psichiatrico durante l’adolescenza per un mese.
Conosce alcuni dei più grandi poeti del ‘900: Luciano Erba, padre Turoldo e frequenta per lavoro e amicizia Salvatore Quasimodo. Eugenio Montale e Maria Luisa Speziani consigliano l’editore Giovanni Scheiviller di stampare alcune sue poesie inedite già nel 1951.
Nel 1955 sposerà il proprietario di alcune panetterie milanesi Ettore Carniti e pubblica presso l’editore Schwarz il primo volume in versi “La presenza di Orfeo” (1954) e “Paura di Dio” (1955).
Nel 1962 esce la raccolta di versi “Tu sei Pietro” cui seguirà il periodo più buio della poetessa con una triste storia di follia. Viene internata al “Paolo Pini”, probabilmente per Sindrome Bipolare.
Nel 1979 sboccia il periodo più fecondo e intenso dal punto di vista poetico grazie a Terra Santa che le farà vincere il premio Librex Montale.
In seguito, dopo la morte del marito e i no alla pubblicazione delle sue opere di molti editori italiani, la poetessa si rifugia in una stanzetta e inizia ad avere colloqui telefonici con il poeta Michele Pierri. Lo sposa nell’ottobre del 1983 e si trasferisce a vivere a Taranto.
Segue un altro periodo di internamento e il ritorno a Milano nel 1986. Sarà paziente della dottoressa Marcella Rizzo.Nel frattempo continua a scrivere e pubblicare.
La poesia degli ultimi anni mostra una vena più mistica e decifra in chiave religiosa tutte le sue vicissitudini dolorose vissute nei vari manicomi di cui era stata più volte ospite e nei quali avrà esperienze anche molto traumatiche con terapie disumane.
Muore a Milano il primo novembre 2009 dopo una vecchiaia di successi e pubblicazioni.
Noi vi vogliamo lasciare, augurandovi con questa poesia una buona Pasqua, con la poesia dal titolo “Poema alla croce”.