La vittoria di Francesco Gabbani al Festival di Sanremo ha riacceso i riflettori sulle filosofie orientali, che il cantautore toscano ha citato più o meno espressamente nella sua “Occidentali’s Karma“, che oltre al motivetto accattivante contiene un messaggio più profondo.
Nirvana, Buddha, mantra e, soprattutto, Karma: nelle ultime settimane, queste parole sono tornate a riecheggiare ancora di più nella testa degli italiani grazie al successo della canzone “Occidentali’s Karma”, il brano con il quale Francesco Gabbani ha trionfato al 67esimo Festival di Sanremo.
Un testo a più letture
Una canzone allegra, vivace e dal motivetto assolutamente travolgente, che “nasconde” un significato molto più profondo di quanto possa essere percepito a un primo ascolto, e che mostra come il vincitore di Sanremo possa essere considerato un autore raffinato e acuto (oltre che un sex symbol a pieno diritto).
Il vero senso dell’Oriente
Il pezzo, infatti, rivela una interessante critica alla mercificazione dell’Oriente che nel mondo occidentale è iniziata tanto tempo fa, con fenomeni che “sviliscono” il senso pieno di discipline e tecniche millenarie, a volte ridotte a mera forma di fitness in palestra o esercizi di routine. Di contro, ci sono realtà che invece operano per diffondere e far conoscere i messaggi veri delle filosofie orientali, come il portale Shankara.it (qui per maggiori informazioni), che lavora per rafforzare i valori umani nella nostra società attraverso la diffusione dell’Ayurveda e dei prodotti naturali collegati a questa antica arte medica.
L’occidentalizzazione delle filosofie
Lo stesso Francesco Gabbani ha spiegato il valore del messaggio della sua canzone: “Nel testo ci sono figure ironiche e sarcastiche, ma anche un’analisi del nostro atteggiamento quando ci accostiamo alle pratiche orientali, alla ricerca di una serenità interiore”, spiega il cantante, che ha scritto il testo insieme al fratello Filippo Gabbani, Luca Chiaravalli e Fabio Ilacqua (già autore di canzoni per Mina e Celentano, con una passione dichiarata per Pasolini). In questo modo, sintetizza Gabbani, “finiamo per occidentalizzarle“.
Non solo canzonetta
La canzone intende allora sollevare un velo di riflessione su questo fenomeno, sin dal titolo, in cui “brilla” la “parola karma, che ci ricollega in automatico alla cultura orientale, intesa come Giappone e Cina“, conclude il cantautore. Inoltre, anche la copertina del singolo del brano mostra un uomo occidentale, lo stesso Gabbani, diviso a metà tra tunica buddista e posizione da selfie.
La scimmia nuda di Morris
Per quanto riguarda gli altri interessanti riferimenti “sparpagliati” in Occidentali’s Karma, notati già dagli addetti ai lavori in sala stampa, possiamo citare anche quello immediato alla “scimmia nuda” (che peraltro ha ballato sul palco insieme al cantante), che riporta subito alla teoria dell’antropologo Desmond Morris, esposta proprio cinquanta anni fa, che definiva gli uomini come un concentrato di istinti ereditati dai nostri progenitori pelosi.
Riferimenti colti e classici
Non mancano poi parafrasi dell’Amleto di Shakespeare o di Marx, né la classica massima di Eraclito (riportata da Platone) “Panta rei”, il tutto mixato con sapiente ironia a scenari molto più attuali, come il Web o i “selfie”. Un testo che, dunque, riesce a sottolineare come la società occidentale viva una scissione tra la brama di spiritualità e la necessità dell’apparire, al punto da diventare dei “selfisti anonimi“.
Il colore arancione
Insomma, Gabbani critica l’abitudine di “scimmiottare” (termine scelto non a caso) tradizioni lontane senza coglierne davvero la portata, utilizzando a volte a casaccio o senza la giusta consapevolezza termini come nirvana e karma. Oppure, riducendo culture millenarie e profonde a mera moda: per questo (e non a caso), il cantante ha indossato un maglione arancione, tonalità “spirituale” che difatti è scelta per le tuniche degli Hare Krishna e dei Sannyasin di Osho.
Articolo a cura di Anna Capuano, blogger che si occupa di marketing e comunicazione.
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