“Buongiorno signora Maschera” è così che si salutavano anticamente le maschere di Carnevale veneziane quando si incrociavano per strada. Alla fine del 1200 la città di Venezia dichiarò il Carnevale festività cittadina e da allora, fino alle conquiste napoleoniche della fine del 1700, sarà una costante. La maschera veneziana tradizionale più famosa è senza dubbio la Bàuta, un travestimento tipico che ha oltre 500 anni di storia. La Moreta: è il simbolo della femminilità per eccellenza. E’ una maschera nera, liscia e indossata soltanto dalle donne che dovevano sostenerla tenendo tra le labbra un suo bottone interno. Altra maschera tradizionale: Il mattacino e senz’altro il medico della peste con la famosa maschera a becco. Il Carnevale diede impulso ad un numero crescente di spettacoli mascherati allestiti nei teatri privati della città. Emersero numerosi e talentuosi autori teatrali, diventando celebri rappresentando opere sempre più raffinate e complesse. La definizione di commedia dell’arte nasce proprio a Venezia e risale al 1750, quando il drammaturgo e librettista Carlo Goldoni lo introduce all’interno del suo teatro comico.
Tra le più famose maschere del teatro Colombina è una serva vivace e furbetta. Indossa sempre un vestitino a fiori bianchi e blu con gonna blu sulle calze rosse e in testa ha una cuffietta bianca. Nelle tasche del grembiule verde che ha legato in vita nasconde le sue carte d’amore.
La maschera di Pantalone arriva a Venezia nel secolo XVI. Durante il Carnevale è la maschera più famosa ed usata anche dagli stessi veneziani. Anche la figura di Pantalone, come altre maschere carnevalesche trae origine dalla Commedia dell’Arte, in cui era un vecchio brontolone che si esprimeva con accento veneziano.
Il costume di Pantalone è costituito da pantaloni ai piedi ha pantofole e una maschera con lungo naso a becco che gli copre parte del volto. I veneziani si sono affezionati a Pantalone fin dalle sue prime apparizioni perché rappresentava l’anima del commercio ed aveva il fiuto per gli affari tipici della borghesia veneziana dell’epoca.
Il personaggio di Rosaura è meno conosciuto ed è la figlia di Pantalone. L’attività che le riesce meglio è perdersi in chiacchiere con la sua cameriera, spesso nelle vesti di Colombina.
Il più famoso resta Arlecchino, al pari di Pulcinella, è la maschera della commedia dell’arte più amata e conosciuta. E’ per eccellenza l’innamorato di Colombina. Arlecchino è, in realtà, un personaggio di origine bergamasca che nelle rappresentazioni assumeva il ruolo dello Zanni, un servitore generalmente sciocco, ingenuo e dispettoso, ma spesso scaltro. Il suo costume famosissimo e tradizionale è composto da una maschera nera e fiammante e un vestito fatto di losanghe lucenti multicolori. E’ una maschera ancora viva e vitale grazie anche alle rappresentazioni Goldoniane ed è il fortunato emblema della comicità!