“Cucina non è mangiare. È molto, molto di più. Cucina è poesia.”
Heinz Beck
La cucina è spesso argomento di discussioni tra amici: i format televisivi aiutano in questo tra Masterchef, Cucine da Incubo, Bake Off, Cuochi e Fiamme, La Prova del Cuoco e così via. In linea con questo trend, il ristorante “dell’albergo” si sta sempre più trasformando in ristorante “nell’albergo”: una rivalutazione della reputazione di questa particolare fetta nel mercato della ristorazione. La qualità del cibo nelle strutture ricettive è sempre di più attrattiva nella scelta del luogo dove trascorrere parentesi di relax come vere e proprie vacanze.
Facciamo un tuffo alla fine dell’Ottocento, quando César Ritz, spalleggiato da Auguste Escoffier creano l’idea della Table d’hôte, cioè un menu, con più portate e poche scelte, addebitato a un prezzo totale fisso. All’epoca, e per lungo tempo, la ristorazione ha avuto una grande importanza per l’ospite che spesso soggiornava per lunghi periodi prestando molta attenzione alla qualità del servizio e alle materie prime utilizzate oltre che alla cura degli arredi e al rispetto delle norme igienico-sanitarie. La pensione completa era quasi una prassi, anche perché l’offerta esterna erano mediocri locande e trattorie.
Con il tempo le cose sono però cambiate, i gusti dei viaggiatori si sono evoluti e le formule di pensione completa o di mezza pensione sono in chiaro declino. Questo per un luogo comune ancora senza spiegazione: “negli hotel si mangia male”. Ecco allora che si ha il crescere della ristorazione fresca, attenta al territorio e alle materie prime locali, alla stagionalità dei prodotti, con un servizio che attira più che far fuggire i clienti. Ma gli hotel, come si diceva all’inizio, rispondono a tono affermandosi come luoghi del “mangiar bene” puntando sulla qualità e sui prodotti a chilometro zero. Lo confermano le diverse strutture alberghiere sempre più presenti nella Guida Michelin.
L’Architetto Massimo Mussapi, specializzato nell’hotellerie, sottolinea che “per ripensare ad un vero ristorante IN albergo, non basta l’ingresso separato, ma ci vuole anche una valida motivazione a entrarvisi. Il progetto deve coinvolgere non solo l’area ristorante ma le aree comuni adiacenti. Una ipotesi può essere quella di portare la cucina in sala, teatralizzare il servizio, che comporta innovazione nel layout e nelle attrezzature. Altro punto è la caratterizzazione e la narrazione: ispirata al territorio, o a un prodotto del territorio, ma senza dipendenza, garantendo flessibilità di fruizione. Spazio grande sì, ma che non sembri mai vuoto e che sia sempre sorprendente.”
L’AbanoRitz da sempre dà una grande importanza alla cucina e al mangiar bene e sano. D’altronde, con un territorio ricco come il Veneto, l’enogastromia è uno dei punti forti e rende l’impresa abbastanza facile. Oltre al ristorante White Gloves, table d’hôte con servizio a guéridon in un’atmosfera classica e tradizionale, nel 2013 l’AbanoRitz inaugura il ristorantino vintage à-la-carte Il Brutto Anatroccolo: una sorta di “figlio” scapestrato, ma intelligente e divertente. Il menu diventa una narrazione, una storia, un racconto; l’ambiente diventa una favola. Una favola di ristorante o un ristorante da favola? Sicuramente un ambiente creativo, un cibo che rispetta i palati e coccola le papille gustative: non è un dare da mangiare, ma un nutrire: saziare il corpo, scaldandone il cuore e stimolando sensazioni e ricordi.
Walter Davanzo, artista trevigiano, ha amorevolmente e personalmente dato forma a Il Brutto Anatroccolo, interpretandolo e trasformandolo in un luogo unico, emozionale, coccolo, di condivisione, di sentimenti aperti. Visto il grande successo, si è poi deciso di dedicare a questo viaggio nei ricordi anche una delle camere Creative del quinto piano dell’Hotel AbanoRitz: la 514 “Il Cigno”, una camera dove il passato non è chiaramente mai stato così presente!
Oggi nasce il nostro pacchetto “Eat & Sleep”: a un prezzo speciale si avrà una notte per due persone in una delle nostre stanze Creative con cena a Il Brutto Anatroccolo e colazione (magari in camera, senza supplemento, come dei veri VIP, ndr). Quale miglior modo per godersi una bella serata senza il pensiero di dover rientrare a casa subito dopo? Vi aspettiamo!