Una volta, quando ero ancora una bambina, mio padre, l’Ingegnere, mi chiese: “Pesa di più 1 chilo di ferro o 1 chilo di piume?” Certa del fatto mio (allora come ora!) risposi: “Sicuramente pesa di più 1 chilo di ferro” lo ascoltai -delusa di aver deluso mio padre- mentre mi spiegava che 1 chilo è sempre 1 chilo. So che oggi i fisici fanno dei distinguo, ma nel nostro immaginario le piume che ornano le ali degli uccelli ci risultano molto più leggere. E dunque mi domando se sia più impegnativo parlare di 12 settimane, 90 giorni o 3 mesi, e se la nostra percezione del tempo cambi qualora io scriva “…per intere settimane…” oppure “…per giorni e giorni…” piuttosto che “…per più mesi…”. Insomma: quanto pesa il tempo? Peso specifico, relativo o assoluto? Più vale più ci opprime o è vero piuttosto il contrario? Genericamente qualunque cosa abbia un peso ha un “corpo” ed è fatto di materia. È difficile semplificare il ragionamento così lo stresserò ricordando che il pugile ha un peso corporeo che indica la sua categoria: il peso piuma è un atleta di 126 libre di forza fisica ovvero poco più di 57 kg di massa muscolare. Ma ci sono significati estensivi e figurativi, dunque di che materia è fatto il tempo? Quella delle stagioni o quella della sabbia nella clessidra?
“Il tempo? Se non me lo chiedi so cos’è. Ma se me lo chiedi non lo so più”: meglio sant’Agostino o Aristotele quando scriveva che non c’è il tempo da solo; di Newton ed Einstein? La scienza ci ha spiegato che il tempo: da ente assoluto e incorruttibile si è dimostrato una illusione priva di una sua realtà fisica. Relatività e dimensione del tempo sono, alla fine, come gli atti di una rappresentazione teatrale. C’è il tempo nella nostra vita quotidiana con la sua causalità, ma non è un concetto utile quando si studiano le strutture più generali del mondo. Perché il concetto di tempo, dopo che abbiamo capito che dipende dalle cose che accadono, che si mescola con lo spazio, che è soggetto alle fluttuazioni quantistiche, diventa qualcosa che non c’entra più con la nostra semplice intuizione di tempo. Invece è di quest’ultima che io sento il peso: il tempo presente e la sua irreversibilità.