16/04/2020

Dicono i sismologhi (o sismologi?) che in un momento come questo, in cui molte delle attività umane sono ridotte al minimo, riescono a sentire delle vibrazioni terrestri, anche lontanissime, che solitamente, coperte da altri rumori di fondo, o non arrivavano per niente o erano così disturbate da risultare completamente inutili per i loro studi. Nella clausura di una routine che serve solo a disciplinare un po’ il tempo delle mie giornate, quel che sento io è il mio pensiero. Prima che mi mandiate a prendere vi rassicuro: non sento le voci, ma percepisco nitidi come non mai i miei pensieri .

La mattina mi sveglio piuttosto presto, senza fretta, senza sveglia e con i piccioni che tubano senza nessuna romanticheria e il primo proposito è: sterminiamo i colombi… son troppi e sporcano troppo. L’ora del tè è sacra: ho infusi pregiatissimi che mi seleziona e regala mio figlio Francesco, ma il mio preferito resta il tè oolong. Tra i biscotti di mia nipote Federica o le torte alla frutta di sua sorella Lorenza , la lotta è dura ma non sono costretta a scegliere e mi domando come e perché molti giovani, con una vita indipendente all’estero, decidano di rientrare. Il sole mi aspetta e questo sole di primavera è un regalo quotidiano. Con gli occhi chiusi lascio andare ogni freno inibitorio e mi immagino di tutto: fantasia al potere per il blog, per il ritz, per me, per le persone che amo… sms, Whatsapp e telefonate mi tengono compagnia e l’attenzione alle parole è più alta di sempre.

Mi riprometto di fare qualche asana di Hatha Yoga ma mi assolvo poiché faccio 5 piani di scale 3 volte al giorno e ogni giorno mi fermo a percorrere e controllare un piano diverso, per poi ricominciare daccapo mentre la memoria fa inventari, prende nota e immagina per esempio una diversa distribuzione di spazi: le camere comunicanti, confermo a me stessa, saranno ricercatissime nel post covid; vicini ma liberi ognuno nel proprio spazio, coppie o famiglie o amici, potranno scegliere tra 2 o 3 camere una di seguita all’altra con le porte interne -che bella parola- “comunicanti”! Al primo piano: la sala specchi è muta e la piscina vuota. La piscina interna, rettangolare, a 4 corsie, per 25 metri di lunghezza, svuotata dei suoi 300 metri cubi d’acqua termale, sembra davvero enorme e quella volta incredibile, costruita da mio padre che si ispirò alle strutture in cemento armato dell’architetto Nervi, dà la vertigine. Qui i miei pensieri rimbombano.

Al secondo piano controllo il grande acquario: temporizzatore per la luce e per il cibo come per la temperatura e il ricambio d’acqua. Vegetazione su misura. I pesci Scalari sono le star, i Cardinali e i pesci Pulitori sono i più numerosi, qualche Black Molly e un piccolo branco di Guppy o di Platy non so, non li riconosco tutti, ma a guardarli attraverso il vetro mi viene uno “zot”: l’acquario è un albergo… un hotel per pesci con tutti i comfort.

Ma quanto è lungo il pomeriggio? Idealmente è il terzo quarto delle 24 ore giornaliere… comunque passa velocissimo tra le attività indoor e quelle outdoor del ritz. Alcune sono attività lavorative (irrigare per esempio) svolte in modalità casalinga, altre sono invece attività domestiche (fare il bucato) eseguite con procedure professionali. Insomma un cortocircuito mentale che porta però a risultati incredibilmente logici. E intanto si fa sera e scrivo dei miei pensieri a GLORIA. Ed è un po’ come l’approssimazione soggettiva di una traduzione, mi rendo infatti conto che la lingua in cui io penso e quella in cui io scrivo non sono poi così sovrapponibili.

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