Rifiuti zero (in inglese Zero Waste) è un progetto, una teoria e una strategia economica ed ecologica per ridurre a zero i rifiuti del mondo occidentale.
Ridurre i rifiuti prodotti dal consumo: possibile o è solo un’utopia? Comunque la si pensi non si può ormai negare che sono in molti a credere nella teoria secondo la quale è possibile eliminare i rifiuti prodotti dal nostro mondo consumistico, eliminando molte spese e riciclando gran parte del materiale.
Questa filosofia ecologica trae spunto da un concetto naturale che prevede che in Natura nulla si crea e nulla si distrugge, per cui anche ciò che viene considerato scarto, nel mondo fisico e naturale, diviene la base per un altro processo, secondo un ciclo infinito. Al contrario ciò che viene prodotto dall’uomo si inceppa spesso sul bisogno di distruzione del rifiuto o sulle modalità per gestirlo.
In poche parole, il programma Zero Rifiuti si basa su una corretta gestione delle risorse. Il compito principale del programma è dunque quello organizzativo ed intende influire in modo deciso sulle abitudini dei consumatori.
Basta guardare la situazione a Napoli per comprendere come questo concetto si applichi perfettamente anche in Italia. E anche il comune di Roma è ormai vicino a un fallimento di gestione dello smaltimento dei rifiuti.
Ma chi pensasse che la teoria del “rifiuti zero” sia solo un ennesimo programma di raccolta differenziata e riciclo si sbaglia di grosso. La teoria è molto più lungimirante. E si fonda su un processo fatto di piccoli passi che si possono riassumere in tre parole chiave: riduci, ricicla, riusa.
Il programma economico Rifiuti zero si basa su alcuni processi sostanziali:
- Coinvolgere la comunità: fondamentale è come si diceva che sia la popolazione per prima a fare da motore alla rivoluzione ecologica proposta da zero waste. Per far ciò occorre coinvolgerla ed educarla.
- Ristrutturare il processo di smaltimento rifiuti in questo modo gerarchico:
- Piani di prevenzione del rifiuto che coinvolgano le aziende in modo attivo per creare lavori sempre più sostenibili ed eliminazione progressiva dello spreco, per esempio di imballaggi.
- Rieducazione della classe dirigente e dei cittadini per una corretta concezione del rifiuto come risorsa.
- Raccolta differenziata dei rifiuti per arrivare a riciclare almeno il 90% di ciò che si usa
- Creazione di centri di riparazione di materiali usati
- Individuazione di processi costruttivi che riducano il deperimento delle merci e di beni di consumo oltre che il ritiro di materiali esausti.
A detta di coloro che l’hanno adottata e ideata, la teoria Zero Waste è ampiamente praticabile. Essa è nata negli Stati Uniti negli anni 60 e per diffondere il concetto di raccolta differenziata ci ha messo un po’, ma oggi possiamo dire che è merito di quella teoria per l’epoca visionaria se oggi siamo riusciti ad applicarla anche in Italia.
Ma si tratta solo di impegnarsi per cambiare le coscienze o il modo di gestire e di considerare i rifiuti è veramente impossibile da modificare nei consumatori?
Ecco alcuni siti che vi saranno utili per approfondire ulteriormente l’argomento:
- Zero Waste Alliance: http://www.zwia.org/
- Zero Waste Europe: http://www.zerowasteeurope.eu/
- Zero Waste Network: http://www.zerowastenetwork.org/
- Rifiuti zero: http://www.rifiutizero.it/